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Spopolamento, soffre anche l’Otrantino. Da case a 1 euro ai trasporti, soluzioni a macchia di leopardo

LECCE- Le soluzioni al problema spopolamento nel Salento leccese hanno viaggiato finora a macchia di leopardo: mentre 18 Comuni del Capo di Leuca sono stati considerati formalmente “area interna”, su proposta della Regione e con l’ok del Ministero della Coesione territoriale, altre parti della provincia sono state messe da parte, pur avendo problemi decisamente simili di bilanci demografici in rosso e lontananza dai centri di servizio, quelli cioè in cui si concentrano formazione, sanità, trasporti. È il caso del versante levantino, nel triangolo tra Otranto, Maglie e Tricase, dove il fenomeno spopolamento è ugualmente galoppante.

Lo dicono ancora una volta le statistiche che rielaborano dati Istat: tra il 2001 e il 2016, si registrano decrementi pari a -7,6 per cento a Minervino di Lecce; -6,4 per cento a Palmariggi; -10 per cento a Diso; -13,6 a Nociglia; -8,4 a Surano; -7 ad Andrano; -5,9 a Ortelle; -3,2 a Spongano; -5,7 a Giuggianello; -8,7 San Cassiano; – 9,3 a Botrugno e -5,4 Castro. Solo Otranto e Giurdignano segnano rispettivamente un +8,6 e +9,9 per cento. A guardare meglio i dati, si capisce che non si tratta solo di un saldo naturale negativo (morti che superano le nascite) ma anche di un esodo verso altri comuni, testimoniato dai cambi di residenza. Ad attrarre nuovi abitanti non sono solo le regioni del centro nord ma soprattutto il Comune capoluogo e quelli della sua cinta. E questo a fronte di un aumento complessivo della popolazione dell’intera provincia.

Dunque, che fare?

Il Capo di Leuca, si diceva, è l’unico ad avere avviato un percorso, risultando “area interna”. Il preliminare di strategia è già stato approvato a maggio. La fase operativa si spera possa entrare nel vivo a fine anno. “In autunno – dice Ippazio Morciano, sindaco di Tiggiano che è Comune capofila – conto di andare a Roma per firmare il documento strategico sui piani attuativi per il rilancio, relativi a formazione specializzata, incremento trasporti, incremento servizi sanitari in loco. Alla Regione è stato chiesto il riconoscimento del marchio speciale come destinazione turistica”.

Al di là di questa realtà, fermo restando che l’area interna non basterà, sul territorio si stanno sperimentando innovazioni sociali attraverso associazioni, specie nel settore agricolo, ma vanno messe a sistema. “Le politiche agricole sono un possibile mezzo per resistere e restare. Non l’unico. Servono politiche – dice Mario Accoto, sindaco di Andrano – che non passano solo da scelte amministrative ma anche governative”.

Caprarica di Lecce, dove in 15 anni il crollo è stato del -12,8 per cento, ha avviato una propria strategia, aderendo al progetto nazionale delle case a 1 euro. “Punta – spiega il sindaco Paolo Greco – a incentivare il recupero di immobili abbandonati, che vengono concessi in comodato d’uso per una durata ultraventennale a chi si impegna ad avviare una vita qui. Non solo famiglie, ma anche cooperative e associazioni. Quelle case hanno un costo per i proprietari, su cui gravano obblighi di sistemazione e tassazione. Con il nostro progetto, si ha una forte incentivazione di carattere fiscale”. A questo si aggiunge lo Sprar , accogliendo famiglie monoparentale. Su 25 beneficiari, ci sono 13 bambini in età scolare e prescolare. Non poco in un Comune in cui nel 2016 ci sono stati solo cinque nuovi nati.

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