GALLIPOLI –Uno dei diciotto candidati risultati idonei ma non vincitori ha impugnato dinanzi al Tar Lecce gli esiti del concorso, richiedendo al Giudice anche l’adozione di una misura cautelare. Ora il Giudice ha rigettato il ricorso. La vicenda è quella del concorso indetto nell’aprile scorso dal Comune di Gallipoli per l’assunzione di dieci agenti di polizia municipale a tempo indeterminato, cui hanno partecipato oltre 550 candidati. All’esito della prova preselettiva – resa necessaria dall’elevato numero di partecipanti – e delle successive tre prove d’esame, il Comune ha approvato la graduatoria finale, nella quale, oltre ai dieci vincitori, figurano anche altri diciotto candidati risultati comunque idonei poiché hanno conseguito il punteggio minimo richiesto. Ritenendo non conformi alla disciplina nazionale in tema di concorsi pubblici i criteri di valutazione utilizzati dalla Commissione esaminatrice, uno dei diciotto candidati risultati idonei ha impugnato dinanzi al Tar Lecce i risultati della graduatoria finale. Il Comune di Gallipoli, attraverso il proprio legale prof. avv. Pier Luigi Portaluri, si è costituto in giudizio a sostegno della legittimità delle operazioni concorsuali; tesi accolta dal Tar. Esprime soddisfazione il prof. Portaluri “Poiché -die- la decisione del Tar Lecce consente di mettere un primo punto fermo su di una vicenda amministrativa molto articolata e di particolare rilievo per la comunità gallipolina”.
L’avvocato Faenza che difende la ricorrente nel procedimento definito con sentenza del Tar, precisa che il Tribunale Amministrativo non ha dichiarato la legittimità della graduatoria, bensì ha dichiarato, in via preliminare l’improcedibilità (senza dunque entrare nel merito) per una errata notifica dovuta alla mancata fornitura da parte del comune di Gallipoli degli indirizzi richiesti dai concorrenti poiché, secondo la loro motivazione, “ tutti gli atti erano stati sequestrati dalla Procura della Repubblica di Lecce, sebbene gli stessi avvocati del Comune ne avessero la disponibilità”. Per questo, sarà proposto appello al Consiglio di Stato.