ALESSANO- …”Capire i poveri era per lui vera ricchezza. Aveva ragione, perchè i poveri sono realmente ricchezza della Chiesa. Ricordacelo ancora, don Tonino, di fronte alla tentazione ricorrente di accordarci dietro ai potenti di turno, di ricercare privilegio, di adagiarci in una via comoda”. Così Papa Francesco durante il suo discorso ad Alessano. “Don Tonino ci richiama a non teorizzare la vicinanza ai poveri , ma a stare loro vicino, come ha fatto Gesù, che per noi, da ricco che era, si è fatto povero. Don Tonino sentiva il bisogno di imitarlo coinvolgendosi in prima persona, sino a spossessarsi di se…Non stava con le mani in mano: agiva logicamente per seminare pace globalmente, nella convinzione che il miglior modo per prevenire la violenza e ogni genere di guerre è prendersi cura dei bisognosi e promuovere la giustizia.
…Cari fratelli e sorelle, questa vocazione di pace appartiene alla vostra terra, a questa meravigliosa terra di frontiera che Don Tonino chiamava “terra-finestra”, perchè dal Sud dell’Italia si spalanca ai tanti Sud del mondo, dove i più poveri sono sempre più numerosi mentre i ricchi diventano sempre più ricchi e sempre di meno. Siete una finestra aperta, da cui osservare tutte le povertà che incombono sulla storia, ma siete soprattutto una finestra di speranza perchè il Mediterraneo, storico bacino di civiltà, non sia mai arco di guerra teso, ma un’arca di pace accogliente…
Don Tonino diceva “Amiamo il mondo. Vogliamogli bene. Prendiamolo sotto braccio. Usiamogli misericordia. Non
opponiamogli sempre di fronte i rigori della legge se non li abbiamo temperati prima con dosi di tenerezza”. Sono parole che rivelano il desiderio di una Chiesa per il mondo: non mondana, ma per il mondo. Una chiesa monda di autoreferenzialità ed estroversa, protesa, non avviluppata dentro di sè; non in attesa di ricevere, ma di prestare pronto soccorso; mai assopita nelle nostalgie del passato, ma accesa d’amore per l’oggi, sull’esempio di Dio, che ha tanto amato il mondo…”