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Mancosu: “Ripartiamo. Ora meglio i punti che il bel gioco”

LECCE – (di Tonio De Giorgi) Svanita l’occasione di portare a dieci i punti di vantaggio sul Catania, il Lecce guarda avanti dopo aver perso pure l’imbattibilità interna in campionato. “Speravamo di allungare la striscia fino al termine della stagione, perché no? – afferma Mancosu, centrocampista del Lecce -, abbiamo fatto tanto e ci tenevamo a conservare una striscia così lunga, purtroppo è stata una partita un po’ strana, contro un avversario che si è chiuso bene. Il risultato più giusto, secondo me, sarebbe stato il pareggio, ma hanno trovato il gol quasi dal nulla e per noi è diventato tutto più difficile. Non facciamo, però un dramma e continuiamo sul nostro cammino”. Il centrocampista giallorosso assicura che l’attesa, anche dell’ambiente, di portare a dieci il vantaggio sul Catania non ha influito sulla prestazione della squadra. “Non erano cose campate in aria, ci potevano stare – ammette -, purtroppo abbiamo perso un’occasione, ma ora guardiamo avanti e mettiamo da parte questa sconfitta come in passato abbiamo fatto con le vittorie”. Non si perde d’animo il centrocampista sardo anche perché il vantaggio resta consistente. “Sono sette punti di vantaggio e altre dieci partite da giocare – riflette -, da qui alla fine dovremo cercare di tirare fuori il massimo e puntare sempre ai tre punti, solo così siamo certi che dipende solo da noi. E non fare assolutamente affidamento sulle partite disputate da terzi”. Occhio, però, anche al ritorno del Trapani che sta registrando buoni risultati. “E’ tutto aperto, ci mancherebbe – continua -, ma sta a noi non  aprire ancora di più i giochi. Le squadre che inseguono possono ancora dire la loro perché hanno giocatori forti”. Esclude, comunque, un calo della squadra giallorossa, ma offre la seguente lettura. “Premesso che ogni partita ha una propria storia, quando arrivi a dodici, tredici partite dal traguardo magari pensi più al risultato e cerchi di essere meno bello e più concreto. Così è stato, ad esempio, a Bisceglie, ma non solo”. Per quanto riguarda il rendimento personale afferma. “Non valuto le mie prestazioni se segno un gol, da un assist o da altro – spiega -, penso a fare il mio e a mettermi a disposizione della squadra: magari sono chiamato ad una maggiore copertura o a a compiti che rientrano meno nelle mie corde mi concedo volentieri. E’ chiaro che quando trovo il gol da lontano, la prestazione risalta; però sono consapevole di essere importante per la squadra anche se non segno”. A digiuno, nelle ultime due partite anche gli attaccanti. “Ci siamo fermati – osserva -, ma l’importante è segnare, non chi segna. Non bisogna colpevolizzare solo gli attaccanti, ma dobbiamo impegnarci anche noi centrocampisti, magari pure sui calci piazzati”. Attenzione, allora, rivolta alla partita contro l’Akragas. “Nessuno pensa che sarà facile, come non lo era contro la Juve Stabia – conclude -, la sfida contro i siciliani nasconde delle insidie, giocano bene al calcio, perdono sempre di misura e per gli avversari sono vittorie sofferte”.

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