LECCE – Per lo scioglimento entro il 24 febbraio, con relative elezioni anticipate in questa primavera, è determinante l’adesione dell’ex candidato sindaco dei Cinquestelle, Fabio Valente. Questo l’obiettivo della coalizione del centrodestra per non esser ritenuto responsabile del mantenimento di Salvemini alla guida della città.
Dopo una lunga riunione, nel pomeriggio, i consiglieri partoriscono un documento in cui evidenziano l’impossibilità di esser in 17 per l’assenza della consigliera Paola Gigante, per ora all’estero. Convincono il consigliere Finamore ad esser della partita quanto Monticelli Cuggiò e lo stesso Russi ma, malgrado ciò, sono in 16. Nel documento si manifesta la esplicita volontà di appellarsi, per esser in numero sufficiente per lo scioglimento immediato del Consiglio, al consigliere grillino Fabio Valente. E chiosano: invitano il consigliere stesso ad unirsi ai presenti nella giornata di venerdì, alle 17, per rassegnare le dimissioni dinanzi al segretario comunale, già dichiaratosi disponibile per quell’orario. In caso di sua assenza, il centrodestra sarà impossibilitato a formalizzare correttamente le dimissioni.
Il pentastellato, però, è netto: “Prendo atto del loro tentativo di lasciarci con il cerino in mano e tentare di giustificarsi con il loro elettorato. Non hanno le 16 firme, è un bluff e noi non ci facciamo strumentalizzare né da destra né da sinistra. Se hanno le 17 firme andassero, se non le hanno è un problema loro e non nostro”. Fine del gioco, punto e a capo. Salvemini rimane in sella