Politica

La lega perde Andare Oltre, Fitto preferisce Gabellone, Perrone lo saluta e Forza Italia si indigna

LECCE –  Ultime ore ed ultime manovre per assicurarsi un seggio in Parlamento. Se gli uninominali sarebbero certi per tutti i partiti delle varie coalizioni incerta sino all’ultimo la chiusura dei listini plurinominali. La Lega perde l’appoggio del movimento civico Andare Oltre malgrado l’intempestiva affissione dei manifesti della ex candidata Sodero, assessora della giunta del suo leader Mellone.

La rottura potrebbe però aprire a scelte trasversali e sorprese dell’ultima ora sullo scenario provinciale. Tutto chiaro invece in casa Fitto dove il malumore monta a tal punto da far divorziare Perrone e Fitto ma far scoppiare la pace in casa dell’ex Sindaco di Lecce ed in casa Congedo per un tandem, proporzionale plurinominale e collegio uninominale, tra il consigliere regionale e lo stesso Perrone.

Molti i delusi intorno all’euro deputato e la sua scelta, nel brindisino, dell’uscente Zizza a discapito del fedelissimo Ciraci e su Lecce di Gabellone sugli altri ,scelte che minano ulteriormente la tenuta del gruppo. In forza Italia da ore si è riaperta una frattura tra territori. La candidatura di capolista alla Camera di Pagliaro, voluta giovedì ad Arcore anche a margine del sondaggio di Noto che lo indicava come il più forte tra tutti i concorrenti, crea dissapori tra tutti i militanti orfani di nomi salentini, così come non agevola la mobilitazione azzurra anche l’esclusione del sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta. Un centrodestra dilaniato e, come dire, censore di chi non cambia casacca in favore di chi lascia leader e partiti riuscendo a portare a casa candidature potenzialmente utili.

Non rosea, quindi, la situazione in tutta la federazione leccese del partito di Berlusconi in cui, malgrado la fiducia verso il leader nazionale, serpeggia la rabbia per non poter fare una battaglia tentando l’elezione di parlamentari del territorio attraverso i listini plurinominali che, nella ratio della legge elettorale, avrebbero dovuto interpretare pienamente le volontà delle singole province.

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