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Samsara, mazzata al Tar: respinto il ricorso, smantellamento più vicino

GALLIPOLI- Non un’ordinanza, ma una sentenza breve, per sancire la mazzata al lido Samsara di Gallipoli, il più noto della Puglia. Il Tar respinge il ricorso presentato dalla società Sabbia d’Oro srl, che aveva impugnato la revoca della concessione demaniale e il provvedimento del Comune con il quale si è stabilito di dover procedere allo smantellamento della struttura entro 60 giorni. 

Quei provvedimenti erano scaturiti in seguito ad accertamenti della Capitaneria di Porto, secondo la quale lo stabilimento balneare è stato di fatto trasformato in una discoteca sulla spiaggia.

Inevitabilmente ora la guerra giudiziaria si sposterà davanti al Consiglio di Stato: verrà impugnata la sentenza chiedendone la sospensiva, per congelare il tutto in vista della decisione di merito in appello. In ballo ci sono la vita di quel lido, a cui la concessione era stata prorogata fino al 2020, quella dei suoi cento dipendenti, oltre a quella di un marchio che ha identificato il turismo gallipolino negli ultimi anni.

Dopo la discussione due giorni fa, in mattinata la decisione, che va letta su due livelli: quello generale, che fa tirare il sospiro di sollievo trattenuto da tutto il settore balneare; quello particolare, la doccia fredda che riguarda appunto il Samsara.

Il presidente del Tar Antonio Pasca ci tiene a “sgombrare il campo da possibili equivoci”, come testualmente ha scritto, e dà ragione ai titolari del lido nel confermare che “l’esercizio dell’attività di intrattenimento danzante con somministrazione di bevande alcoliche debba ritenersi in linea di massima consentito ai titolari e gestori di concessioni demaniali marittime adibite a strutture balneari (stabilimenti balneari, spiagge attrezzate)”. E questo in orario pomeridiano, come previsto da norme statali e regionali.

Ma c’è un ma: per il giudice non è quello il presupposto del provvedimento di decadenza della concessione perché in questo caso a pesare è stata “l’accertata violazione di tutte le regole” imposte dall’ordinanza balneare. In particolare nel mirino c’è il “superamento dei livelli di intensità acustica, sicuramente non compatibili con la destinazione all’attività di balneazione e in evidente violazione della specifica prescrizione che impone un livello di emissioni sonore di intensità moderata e tale da non arrecare disturbo all’utenza balneare”.

In parole povere: l’attività da ballo si può fare, ma in quanto è accessoria e non predominante “non solo deve essere supportata dai titoli e dalle autorizzazioni richieste”, ma deve anche soggiacere alle specifiche limitazioni previste proprio per consentire una tranquilla attività balneare, quella prevalente. Nel caso del Samsara, secondo il Tar, avrebbe dovuto essere richiesta una “ specifica autorizzazione in deroga”, di volta in volta.

Per il presidente Pasca, la visione dei video prodotti dalla Capitaneria di Porto rende “conclamata” la violazione di tutte le regole imposte.

 

 

 

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