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Fogli di via contro i NoTap: protesta anche D’Alema, contestato dagli attivisti

LECCE- La dura contestazione nei suoi confronti, ad ottobre, a Lecce, è uno degli episodi riportati negli ultimi fogli di via che vietano a 15 attivisti noTap di mettere piede nel capoluogo per i prossimi tre anni. Ma è lo stesso Massimo D’Alema a chiedere alla Questura di Lecce un passo indietro e di “valutare meglio” la misura repressiva adottata.

Le reazioni arrivano dopo la storia raccontata da Telerama, quella di un attivista dell’hinterland colpito dal provvedimento e impossibilitato a recarsi a Lecce, dove però lui lavora e accompagna i suoi anziani genitori alle visite mediche. Per tutti, comunque, Lecce non è una città qualunque, visto che qui si trovano la gran parte degli uffici pubblici, l’Università, l’ospedale principale. È certo che quei fogli di via finiranno davanti al Tar, attraverso i ricorsi che i legali stanno preparando. Nel frattempo, tuttavia, la limitazione della libertà di circolazione rischia di sfociare anche in un sacrificio del diritto al lavoro e alla salute, oltre che alle relazioni sociali.

Ecco perché si inizia a muovere qualcosa. Nelle scorse ore, era stata Arci Lecce a chiedere la revoca dei fogli di via, Arci che ha organizzato proprio l’incontro con D’Alema che è tra gli episodi contestati.

“Non ci sembra che in quella occasione siano stati commessi dei reati. Proteste, forse esagerate, ma nulla di più – dicono ora i rappresentanti di Liberi e Uguali, D’Alema (candidato alle prossime politiche), ma anche il coordinatore regionale Mdp Ernesto Abaterusso e quello provinciale Salvatore Piconese -. Atti di questo tipo – aggiungono – devono essere certamente stigmatizzati, ma il nostro compito è e deve essere quello di riportare tutto sul piano del dialogo e del confronto. Chiediamo quindi che le autorità competenti sospendano il provvedimento per tutti ed in particolare per coloro che, così come emerge da un servizio trasmesso dalla tv locale Telerama, hanno la necessità di recarsi nel capoluogo per motivi di lavoro o per motivi personali, riguardanti l’assistenza e la cura dei propri familiari”.

Una richiesta di sospensione “con decorrenza immediata” rivolta direttamente al questore Leopoldo Laricchia.

 

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