LECCE- Le città invisibili non sono solo il titolo di un famoso libro di Italo Calvino. Sono uno sguardo diverso sulla realtà. Ed è ciò che ha colto l’obiettivo di Andrea Gabellone. “Dietro le porte di Lecce”, il titolo della mostra che al Must ospita i suoi 40 scatti, c’è il mondo delle diverse etnie che vivono la città, con la mescolanza di altre lingue e accento locale, con la ritualità di altre religioni dentro spazi anonimi: appartamenti, garage, persino terrazze all’aperto. Portoni come tanti altri rivelano una moschea islamica nel quartiere San Pio, un tempo induista, il gurwara dei sikh. Preghiere individuali, riti corali, silenzi o canti: i percorsi affondano nella riflessione su cosa sia l’integrazione oggi a Lecce, su cosa manca davvero perché la città si accorga e capitalizzi (in senso buono) la ricchezza della multiculturalità. Gabellone, giornalista, coglie il senso di comunità di chi è percepito ancora come straniero nella casa che abita spesso da decenni. Avviata con la collaborazione dello Sprar “Il Salento accoglie Lecce” gestito da “Gus – L’Arcobaleno”, la mostra resterà aperta fino al 14 gennaio nel museo cittadino.