Cronaca

Abusivismo nella baia di Porto Miggiano? I difensori chiedono assoluzione per tutti

LECCE -E’ alle battute finali il processo sul presunto abusivismo nella baia di Porto Miggiano a Santa Cesarea Terme. In aula la parola alla difesa dei 9 imputati per i quali, il legali, hanno chiesto l’assoluzione.

“L’iter dei lavori è stato corretto”. Con progetti e valutazioni tecniche alla mano i legali hanno tentato di ribaltare l’impianto accusatorio sostenuto dalla procura nella persona del Pm Elsa Valeria Mignone, e cioè: non lavori di consolidamento del costone roccioso, ma opere del tutto nuove realizzate per agevolare la balneazione, completamente difformi dal progetto originario. Secondo la difesa invece “Tutte le opere avevano un unico obiettivo: proteggere il costone roccioso con banchine e una barriera in cemento che sarebbe dovuta servire a frenare le onde. In nessun progetto- dicono i legali- si parla di piattaforme per la balneazione”. Il processo, in corso davanti al giudice Sansonetti, vede 9 imputati, tra cui l’ex sindaco di Santa Cesarea Terme Daniele Cretì e Salvatore Bleve, dirigente dell’Ufficio Tecnico del comune. Per loro il pm ha chiesto un anno di carcere e 30 mila euro di ammenda. Per gli altri, otto mesi a testa.

L’accusa principale è quella di deturpamento di bellezze naturali in nome- ha sostenuto il pm- di un disegno unico da parte dell’amministrazione comunale di Santa Cesarea: modificare il paesaggio in nome di uno sviluppo urbanistico a tutti i costi.

Gli imputati sono difesi dagli avvocati Luigi Rella, Massimo Marangio, Stefano De Francesco, Angelo Dibenedetto, Anna Celenia Solda, Giovanni Baldassarre, Silvestro Lazzari, Francesco Galluccio Mezio, Mauro Finocchitto, Fabio Catini.

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