Ambiente

Biometano o compostaggio? Crescono i dubbi sugli impianti

SALENTO- Impianti di trattamento rifiuti o di produzione di energia elettrica?
Mentre a Calimera e Lecce si discute della nascita di un nuovo impianto a biometano e 21 enti in Puglia hanno offerto la propria disponibilitĂ  a ospitarne uno, si mettono i puntini sulle i: “non si tratta di semplici impianti di riciclaggio della frazione umida, ma di impianti per la produzione, tramite biogas, di energia elettrica – materia prima che questo territorio produce in piĂą alta quantitĂ  -. Solo in un secondo momento verrebbe prodotto compost di bassa qualitĂ , attraverso un processo di digestione anaerobico”. A dirlo è il consigliere regionale Sergio Blasi, che mette in guardia sulla tecnologia, riprendendo un parere di Isde Italia – Associazione medici per l’Ambiente sulla differenza sostanziale tra il compostaggio anaerobico e quello aerobico. Da qui l’appello ai sindaci a ripensarci.
“La combustione del biogas prodotto dalla digestione anaerobica – scrive Isde – presenta notevoli criticitĂ  e rischi ambientali e sanitari. Il biogas andrebbe sempre ulteriormente raffinato per ridurre drasticamente i componenti indesiderati (CO2, H2S, H2O) ed ottenere metano ad alto grado di purezza (biometano), compatibile con l’immissione nella rete di distribuzione del gas naturale e con l’uso per autotrazione. La combustione in loco del biogas/biometano andrebbe comunque sempre fortemente scoraggiata”.
Il processo di compostaggio aerobico, invece, mira alla produzione di ammendante naturale di qualitĂ  per i suoli.
Poi, la stoccata di Blasi ai sindaci, incluso quello di Melpignano, Comune che si è proposto ad accogliere un impianto: “Negli ultimi tempi abbiamo assistito alla giusta mobilitazione da parte di numerosi sindaci salentini, preoccupati di tutelare il Salento da qualsivoglia incremento di emissioni. Di fronte all’invito a realizzare nuovi impianti di produzione di energia elettrica da biometano, invece, alcuni di loro preferiscono presentare candidature più che mobilitarsi per scongiurare questo ennesimo rischio”.

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