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Giornalista Rai aggredito nel cantiere fotovoltaico, il processo si chiude tra i dubbi

COLLEPASSO-  A sei anni dall’accaduto, il processo si chiude nel dubbio. “Nel regno della giustizia italiana i paradossi e le follie non finiscono mai”, così il protagonista della vicenda scrive sulla sua pagina Facebook. Si tratta di Emilio un giornalista Rai, minacciato e aggredito nei pressi di un cantiere fotovoltaico di Collepasso, mentre faceva delle riprese per un reportage sul caporalato. L’episodio risale all’agosto 2011.

Con prove alla mano si è recato quindi dai carabinieri. “Era tutto documentato nel video -dice- e nella querela descrivo l’aggressore come un individuo stempiato tra i 45 e i 50 anni”. Tutto facile? No, perché il processo si è concluso in modo differente dalle aspettative. In aula si è presentato un ragazzo di trent’anni completamente diverso fisicamente da quello che Emilio aveva denunciato.

“Un processo inutile, palesemente sfalsato -scrive su Facebook- con l’imputato in aula che io non posso che riconoscere come estraneo all’aggressione. Sei anni buttati: soldi, tempo, energie, carte, cancellerie, aule, forze di polizia. Tutto inutile…”.

E.P.

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