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Foibe: i ragazzi imparano e ricordano

LECCE- Nelle poesie, nei disegni, nella partecipazione dei ragazzi, c’è tutto ciò che hanno appreso sul massacro delle foibe.  L’Istituto Calasso di Lecce ha coinvolto gli alunni in grande progetto, che ha ospitato anche altre scuole della città, per celebrare con emozione il Giorno del Ricordo.
Una memoria che per troppo tempo è andata persa ma che, dal 2004, si ricorda ogni 10 febbraio. L’allestimento di una mostra è stato un lungo percorso che ha accompagnato i ragazzi fino al collegamento con Basovizza, frazione di Trieste, sull’altopiano del Carso, dove c’è uno degli “inghiottitoi” in cui morirono italiani per mano delle truppe di Tito. Tra il 1943 e il 1947 10.000 italiani -il dato non è preciso-furono gettati, vivi o morti, nelle foibe, cavità carsiche, caverne verticali. Tito comandava l’Esercito popolare di liberazione della Jugoslavia, movimento comunista della resistenza contro i tedeschi, gli ustascia croati e i fascisti italiani.

Sono 61 i leccesi accertati tra i 198 pugliesi “infoibati”, stando ai risultati della ricerca fatta da Laura Brussi Montani, italiana di Pola. Provenivano dal capoluogo e dalla provincia. E le vittime italiane non erano solo personalità legate al regime, ma anche insegnanti, impiegati, sacerdoti, autonomisti fiumani, antifascisti e anticomunisti. Il Calasso, con l’iniziativa “Foibe: verità sepolte riaffiorano”, ha voluto studiare a fondo, con i ragazzi, l’orrore. E, nel toccante collegamento con Basovizza, un rappresentante di un’associazione militare friulana, ha spiegato la storia di quei giorni, con parole semplici e forti.

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