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Rifiuti, ultimatum da 30 milioni di euro: ai Sindaci una settimana per decidere

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LECCE- Una settimana di tempo ancora per capire se e come evitare il tonfo di diversi bilanci comunali. È corsa contro il tempo, dopo l’ultimatum che vale 30 milioni di euro, tanto quanto i Comuni del Leccese devono alla società Progetto Ambiente che gestisce l’impianto di cdr di Cavallino. Il tutto per l’aggiornamento delle tariffe mai attuato dai sindaci ma imposto alla fine in sede giudiziaria. In mattinata, nella sala giunta di Palazzo Carafa, la trattativa sul filo di lana: da un lato la società, difesa dall’avvocato Luigi Quinto, dall’altra il commissario regionale per i rifiuti, Gianfranco Grandaliano, e i rappresentanti dei tre ex Ato provinciali, Paolo Perrone, Silvano Macculi e Francesco Ferraro.

È stato Grandaliano a convocare tutti. Sul tavolo un vero e proprio bubbone: a settembre, con sentenza il Tar di Lecce ha stabilito che i Comuni devono pagare subito, senza possibilità di dilazionare, 12 milioni di euro, più 4 di interessi, per aggiornamento delle tariffe relative agli anni 2010-2013. In corso ci sono anche contenziosi per aggiornare anche gli anni 2014-2016: gli importi lieviterebbero fino a 30 milioni di euro.

È stata una partita a poker delicatissima, quella in mattinata: Progetto Ambiente ha formalizzato la proposta di definire la tariffa a 135 euro a tonnellata. Sarebbe la più bassa tra quelle di tutte le province pugliesi, ma molto di più comunque rispetto alla cifra di 79 euro rimasta ferma al 2009. In più la società ha proposto di rinunciare al 50 per cento degli interessi, che complessivamente ammontano a 6,5 milioni (su 30) e e a concedere la dilazione in tre anni.

I Comuni hanno ribattuto con una controproposta: dilazione a 7 anni e rinuncia a tutti gli interessi. L’impresa, alla fine, ha avanzato una proposta definita non trattabile dall’avvocato Quinto, vale a dire una dilazione a 5 anni e rinuncia a due terzi degli interessi. Fino a lunedì i decreti ingiuntivi restano congelati, perché i rappresentanti dei Comuni hanno chiesto il tempo di una settimana per convocare l’assemblea dei sindaci e deliberare sull’ultima proposta definitiva.

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