Attualità

Frecciarossa soppresso, i parlamentari leccesi interrogano Delrio

LECCE-Il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, finora sempre attento e leale nei confronti delle esigenze di mobilità dei cittadini del Mezzogiorno, convochi subito i vertici di Trenitalia e li faccia desistere dalla improvvisa, ingiustificata ed ingiusta decisione di eliminare il collegamento Frecciarossa Milano – Lecce, peraltro istituito nell’orario estivo a giugno scorso in seguito ad una mobilitazione senza precedenti della popolazione, dell’opinione pubblica, delle Istituzioni salentine e confermato appena 15 giorni fa dalla stessa Trenitalia nell’orario invernale.

In caso contrario verrebbe violato il diritto alla mobilità di circa due milioni di cittadini salentini e pugliesi che, invece, è costituzionalmente garantito”. È quanto chiedono in una interrogazione urgente al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, i deputati salentini Rocco Palese, Roberto Marti, Salvatore Capone e Federico Massa.

Non abbiamo fatto in tempo ad esultare per la conferma nell’orario invernale – commentano – che Trenitalia ha inspiegabilmente fatto dietrofront, dopo aver peraltro confermato nei giorni scorsi che quel collegamento quest’estate è stato quasi sempre ‘tutto esaurito’. Escluse pertanto possibili ragioni di mercato, ci si chiede cosa c’è dietro questo assurdo scippo al Salento e alla Puglia. E, ancora, chiediamo al ministro che fine abbiano fatto le rassicurazioni e gli impegni solenni e formali assunti a giugno 2016 dallo stesso Governo e dalla Regione Puglia che avevano garantito di voler contribuire alla sostenibilità economica di questo collegamento.

In ballo c’è non solo il diritto alla mobilità di circa due milioni di pugliesi (tra Brindisi, Lecce e Taranto) ma anche la possibilità, piú volte auspicata anche da esponenti del Governo, di portare nei nostri territori grandi numeri di turisti durante tutto l’arco dell’anno. È opportuno quindi che il Governo chiarisca se è d’accordo con Trenitalia e, in caso contrario, se non ritiene di dover immediatamente chiedere all’azienda di recedere da questa decisione, alla luce dei piú che cospicui fondi pubblici che Governo e Regione Puglia trasferiscono annualmente a Trenitalia in virtú di contratti di servizio che sono tali solo sulla carta perché nei fatti diventano di disservizio se non di vilipendio alla popolazione ed al territorio salentino e pugliese“.

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