CASARANO- Né Casarano né alcun altro ospedale della provincia di Lecce è a norma contro il rischio incendi. Il rogo che nella tarda serata di mercoledì è divampato nei locali sotterranei del Ferrari riporta a galla un grande neo della sanità locale: non c’è un nosocomio provvisto di certificato antincendio. L’unico ad averlo è un presidio territoriale, l’ex ospedale di San Cesario. Alcuni non sono neanche destinati ad incassarlo, dopo i lavori di adeguamento in corso, come nel caso di Gallipoli e Scorrano e le strutture di Maglie, Poggiardo e Gagliano del Capo. Una situazione paradossale, resa pubblica, sei anni fa, durante una trasmissione di Telerama, dall’allora ex direttore generale della Asl Guido Scoditti.
Da allora, la situazione non si è sbloccata. Perché questa è un po’ come la corsa tra Achille e la tartaruga: quando si arriva a mettere a norma un edificio, poi cambiano le leggi e bisogna ricominciare daccapo. Così anche quando, in ragione delle esigenze di riorganizzazione, è necessario apportare modifiche ai reparti, ciò che per il mantenimento dei certificati non è ammesso. In ogni caso si parte già con difficoltà: gli ospedali sono sorti decenni fa e i lavori vengono portati avanti mentre le attività sanitarie restano in corso.
Qual è dunque la situazione sul territorio? Come confermato dall’ufficio tecnico Asl, a Casarano, la patente antincendio si avrà solo dopo i lavori in corso che prevedono la realizzazione della nuova ala per 14 milioni di euro; idem a Copertino, dove si punta ad avere il certificato dopo la terza fase di opere da 6 milioni di euro. Così anche al Vito Fazzi, dove si sono conclusi gli adeguamenti dei corpi scala e dei reparti ma sono stati impegnati altri 10 milioni di euro per messa a norma.
A Galatina, la situazione sembra essere più prossima a soluzione perché la Asl sta adempiendo alle prescrizioni dettate dai vigili del fuoco dopo l’ultimo sopralluogo e chiederà a breve una nuova ispezione. Critiche, invece, restano le situazioni gemelle di Gallipoli e Scorrano, dove non è proprio previsto che il certificato antincendio si possa ottenere, perché gli interventi previsti non saranno sufficienti a completare l’impianto di rilevazione o a mettere a norma le reti idriche.
Per quanto riguarda gli ex ospedali, Campi e Poggiardo potranno essere messi in sicurezza dopo la conclusione della terza fase di lavori attualmente in corso, mentre a Campi quei fondi sono stati dirottati sulla realizzazione della palazzina distrettuale. A Gagliano e Maglie, la ristrutturazione fatta non è mirata all’ottenimento dei certificati anticendio, ma si punta ad fare nuovi interventi sulle strutture nell’ambito dei nuovi fondi Fesr.