LECCE- In due anni si sono avuti incrementi anche di 2 milioni di euro per multe nella città di Lecce. Ogni 365 giorni il budget nel bilancio di previsione si incrementa del 10/15% e Lecce è al terzo posto in Italia per introiti da infrazione del codice stradale. Tutti incivili o qualche ambiguità induce il cittadino involontariamente ad infrangere le regole? Il caso di piazza Libertini, aperto dal nostro Tg, evidenzia quest’ultimo aspetto.
La politica nel giustificare la propria assenza oggi tenta di chiedere, a se stessa, come vengano usate le risorse delle contravvenzioni un tentativo,questo, per scrollarsi di dosso le colpe per non esser garanti dei propri elettori. Ma “chiedere di sapere” dovrebbe esser alla base di ogni buon amministratore e non tentare la domanda solo dopo che l’informazione apre, per l’ennesima volta, l’interrogativo. Ritornando alle multe è possibile constatare una malafede rispetto al ruolo di educatore civico? Forse sì.
Ma prima del nostro servizio, come era vietato l’accesso in una parte di piazza Libertini? Entrandoci sulla sinistra le strisce blu e sulla destra uno spazio senza segnaletica orizzontale e verticale se non all’inizio del marciapiede confinante con il palazzo delle poste.
Un cittadino vedendo la presenza di auto nel 50% della piazza è indotto automaticamente a fermare il proprio mezzo anche lì dove non ci sono più divieti di sosta o strisce blu. Qualcuno dirà: ma il codice permette la fermata dell’auto solo lì dove sono chiaramente contrassegnati gli stalli con strisce bianche o blu. Vero anche questo ma la solerzia nell’interpretazione del codice potrebbe anche esser un pretesto per far cassa ed infatti, un esempio per tutti è rappresentato da un’altra zona centrale di Lecce.
In via Imbriani, sino a qualche mese fa le auto parcheggiate ricevevano in dono una multa poi sono state disegnate le strisce blu e, scusate la rima, il verbale non c’è più. Perché erano multate? semplice: per l’assenza della segnaletica. Ma in una sana gestione amministrativa il divieto di sosta dovrebbe esserci per garantire la circolazione e non esser sanzionato solo perché non a pagamento. Ecco un esempio di solerzia vessatoria contro il cittadino sino a ieri verbalizzato ed oggi graziato dalle strisce a pagamento.
Tornando in piazza delle Poste quanto successo nelle ultime ore è la prova o della malafede per far cassa o della superficialità nel segnalare l’impossibilità di arrestare la propria auto. Valutazione ovvia altrimenti non si spiegherebbe l’intervento in queste ore dell’assessore alla mobilità che, seppur non responsabile della scelta di vietarne la sosta, ha fortunatamente recepito, intervenendo quanto da noi denunciato. Prima, come già detto, un unico segnale con divieto di accesso e di fermata ma non nel centro dello spazio ma all’inizio di un marciapiede, oggi gli stalli per impedirne l’accesso e la sosta.
Se vi è stato tale intervento significa prender atto di quanto denunciato mentre centinaia di poveri cittadini saranno costretti a pagare delle multe per colpe altrui. Solerzia deve combaciare anche con certezza delle regole e delle modalità per farle rispettare altrimenti è semplice accanimento.