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Renata Fonte, la sua vita e il suo sacrificio saranno un film su Canale5

LECCE- Sarà un film a raccontare la sua storia e farla conoscere al grande pubblico: l’impegno di Renata Fonte, l’assessora assassinata a Nardò il 31 marzo 1984, sarà al centro di una pellicola che Mediaset è pronta a produrre, per raccontare «persone normali diventate eroi per aver avuto il coraggio di fare fino in fondo il loro dovere, che hanno pagato con la vita i loro ideali di verità e giustizia». Questo ha spiegato Pietro Valsecchi, produttore di “Liberi sognatori” – Le idee non si spezzano maì, la serie di film tv che la Taodue realizzerà, appunto, per Mediaset.
Assieme alla sua vita, sul piccolo schermo sbarcheranno anche quelle di Libero Grassi, simbolo della lotta contro il “pizzo”; del giornalista Mario Francese che per primo ha raccontato il potere nascente della mafia corleonese; di Emanuela Loi, componente della scorta di Paolo Borsellino, morta nell’attentato del 1992.

Il set sarà avviato a novembre, per una messa in onda intorno a marzo su Canale 5. ‘Liberi Sognatori” «rappresenta il ritorno per noi al racconto del grande impegno civile – ha detto Alessandro Salem, Direttore generale contenuti Mediaset. L’avevamo abbandonato per colpa della crisi e dei costi, ma ora vogliamo ricreare quel legame di identificazione con il pubblico».

La storia di Renata Fonte (già raccontata da Sergio Nasca nel film La posta in gioco con Lina Sastri, ndr) sarà diretta da Renato De Maria, scritta da Monica Zapelli e interpretata da Giulia Michelini. «Mostriamo soprattutto per i più giovani- ha spiegato Umberto Ambrosoli – delle ancore a cui ispirarci, le persone che possiamo diventare».
Al progetto hanno pienamente aderito i familiari dei protagonisti delle storie. Viviana Matrangola rievoca le circostanze della morte della madre, Renata Fonte, «uccisa a 33 anni, mentre tornava a casa da noi bambini, perché da assessore comunale e consigliere a Nardò (Lecce), aveva difeso dalla speculazione edilizia un’oasi naturale, diventata il parco di Porto Selvaggio». Persone come lei «sono sognatori con il coraggio della parola e della giustizia. Non vanno considerati eroi, perché sennò ci daremmo degli alibi».

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