SANTA CESAREA TERME- La conseguenza è che Porto Miggiano, a Santa Cesarea Terme, rischia di rimanere per la seconda estate consecutiva sguarnita dei servizi per diportisti, un porticciolo inutilizzato.
La causa è da rintracciarsi, invece, in un braccio di ferro arrivato fin dentro le aule di tribunale. A trascinare in giudizio il Comune – e ad avere ragione – è stata la società Onda Blu srl, che ha ottenuto dal Tar l’accoglimento del ricorso, con conseguente annullamento della gara per la realizzazione e la gestione di un chiosco bar in zona. Per il titolare, Aldo Errico, una sorta di “disegno” per far fuori la sua società.
Per capire i fatti, bisogna fare un passo indietro: Onda Blu svolge lì servizio di noleggio barche e gestione del molo dal 1994. Ha una concessione demaniale sullo specchio acqueo valida fino al 2022. Ogni anno, poi, ha chiesto e ottenuto il rinnovo della concessione stagionale per l’occupazione di suolo pubblico, necessaria per lo svolgimento dei servizi minimi. Questo fino al giugno scorso, quando il Comune gliel’ha negata in quanto ha avviato la gara per il chiosco, procedura funzionale anche alla concessione dell’area pubblica. La gara è stata assegnata il 9 dicembre a un’altra società, mentre Onda Blu è stata esclusa in quanto non avrebbe raggiunto il punteggio minimo necessario. Da qui il ricorso al Tar, che le ha dato ragione, condannando anche il Comune al pagamento delle spese processuali. Le motivazioni le spiega l’avvocato Alessandro Favale. Probabilmente, dopo la sentenza del 14 aprile scorso, si andrà avanti con appello al Consiglio di Stato. Per Porto Miggiano la sostanza rischia di non cambiare: un’altra estate senza barche e diportisti.
