TREPUZZI- Resta in cella Stefano Renna, 32 anni, l’insospettabile titolare di un bar a Trepuzzi, accusato di aver nascosto nella sua abitazione il latitante ergastolano Fabio Perrone, evaso dal Fazzi di Lecce il 6 novembre scorso.
Il Tribunale del Riesame ha respinto l’istanza presentata dai suoi legali, Andrea Capone e Simona Marz, che avevano chiesto la scarcerazione o la concessione degli arresti domiciliari. Il barista è accusato di favoreggiamento e della detenzione di armi e munizionamento.
Dopo due mesi di ricerche serrate e indagini complesse, la mattina del 9 gennaio scorso, il blitz è scattato proprio nella sua abitazione di via 2 giugno, a Trepuzzi. Alle 5,45 i poliziotti della Squadra mobile, Reparto Prevenzione Crimine e Polizia Penitenziaria, dopo aver circondato l’isolato, hanno bloccato Fabio Perrone, detto “Triglietta” mentre era già nascosto sul terrazzo, pronto a buttarsi giù per fuggire. L’ergastolano era armato: lo hanno trovato in possesso di un kalasnikov, la pistola strappata all’agente della penitenziaria durante l’evasione dal Fazzi, armi cariche e pronte a sparare. Proiettili, cartucce e 4 600 euro in contanti.
Ma nonostante le armi e la prontezza a fuggire, Perrone si è dovuto arrendere. Da qui le manette ai suoi polsi e a quelli di Renna, il proprietario dell’abitazione, incensurato.
I suoi legali hanno già sottolineato davanti al gip come, per una deduzione logica, il 32enne fosse in una situazione psicologica molto particolare, e , probabilmente nell’impossibilità di opporsi completamente di Perrone, pericoloso latitante, capace di uccidere e per di più armato di pistola e kalasnikov. I due avvocati hanno parlato di un soggetto sicuramente molto condizionato da ciò che Perrone rappresenta. Da qui la richiesta dei domiciliari o della scarcerazione. Ma oggi i giudici hanno deciso di respingere l’istanza. Stefano Renna resta così in cella.