Cronaca

“Danni da Xylella anche da noi”: 29 aziende di Melendugno chiedono il ristoro. Spunta il nodo gasdotto

MELENDUGNO- Un’autodichiarazione presentata negli uffici comunali da 29 aziende attesta la presenza di Xylella/Codiro anche a Melendugno. Finora era ignota. E questo aziona la lente d’ingrandimento: i tecnici sono a lavoro per capire se c’è una possibile coincidenza tra le particelle interessate e riportate nella documentazione allegata e il tratto del gasdotto Tap, per 8 chilometri nell’entroterra. Il cantiere aprirà i battenti probabilmente a fine mese proprio con l’espianto – con un possibile reimpianto al momento certo solo nelle previsioni – dei primi 231 ulivi, che lo scorso 23 dicembre il ministero delle Politiche agricole, con una lettera inviata in Regione, ha dichiarato non infettati dal batterio. Ma il faro è acceso e la possibile sovrapposizione dei terreni diventa il nuovo rebus, proprio perché l’estirpazione delle piante, se affette da Xylella, sarebbe ostacolata ora del sequestro convalidato dal gip.

L’autodichiarazione sui danni derivanti dal patogeno è notizia che emerge da una nota inviata dal Comune di Melendugno al Servizio Alimentazione della Regione Puglia, il 28 settembre scorso. Si tratta delle domande pervenute per accedere al Fondo di solidarietà nazionale, i ristori previsti dal decreto del Ministero delle Politiche Agricole del 21 luglio scorso con cui è stata dichiarata l’esistenza del carattere di eccezionalità dell’infezione degli organismi nocivi ai vegetali esistenti nelle province di Brindisi e Lecce.

41 le domande pervenute agli uffici melendugnesi, ammesse, si diceva, solo 29, quelle di “aziende agricole che hanno subito danni di entità non inferiore al 30 per cento del valore della produzione lorda vendibile aziendale media calcolata sul triennio precedente o sui cinque anni precedenti togliendo l’anno con la produzione più elevata e quello con la produzione più bassa, esclusa quella zootecnica”. Questo il criterio previsto dal decreto per accedere al Fondo di solidarietà nazionale. C’entrano quegli ulivi che le aziende dichiarano colpiti dal batterio, tanto da richiedere un ristoro economico per i danni subiti, con il percorso del gasdotto? L’interrogativo, al momento, resta.

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