Trascorsi più di due anni dal congresso provinciale del Partito Democratico crollo del tesseramento. Se a livello nazionale esisterebbe una strategia di Renzi di chiudere le sezioni con pochi iscritti, Lecce ha un’altra storia. Nel 2013 erano circa 700 gli iscritti al Pd cittadino oggi non sarebbero più di 100. Molto malcontento e , per molti, il gruppo dirigente eletto circa due anni fa ha si occupato le stanze della federazione ma oggi , queste , sono ormai vuote e senza veri militanti. L’onorevole Rotundo ha più volte denunciato l’assenza di una cabina di regia e per molti dirigenti i Parlamentari, a Roma, sono per lo più indaffarati a garantirsi un posto da capolista anziché creare sinergie per la crescita del partito nella regione.
In questo contesto le future elezioni amministrative saranno un banco di prova per coloro che gestiranno le liste renziane e non ultimo il caso Lecce e l’individuazione del futuro candidato sindaco da eleggere nella primavera del 2017. Per coloro che gravitano intorno al Presidente della Regione l’assenza di una strategia potrebbe avvalorare le scelte last minute e la decisione finale proprio dalle mani del governatore di Puglia.
Così, per Michele Emiliano, potrebbe non essere difficile calare nomi non direttamente targati Pd e secondo quanto detto in alcuni incontri informali avrebbe già il serbatoio dal quale attingere lo sfidante al centro destra ed al movimento cinque stelle per il futuro primo cittadino di Lecce città. Il serbatoio più propizio sarebbe l’ateneo salentino ed i nomi nella mente del Presidente della Regione sarebbero, ad ora, due accademici doc: l’ex Preside di Economia Stefano Adamo o l’ex Rettore Domenico Laforgia oggi suo stretto collaboratore presso la Regione Puglia.