Cronaca

Nuovi turni: Pediatria, Ostetricia e Anestesia in affanno. Asl: “Garanzia per emergenza-urgenza”

LECCE- Sono i reparti di Pediatria, Ostetricia e le Anestesie quelli che, nel Leccese, rischiano di essere travolti dall’entrata in vigore, a partire dalle prossime ore, delle disposizioni sui turni dei medici. Si corre ai ripari: in mattinata, nel vertice convocato a Bari, la Asl ha fatto il punto della situazione su ogni unità operativa. Non sarà facile districare i nodi che deriveranno dall’applicazione, finora disattesa dall’Italia, della normativa Ue che impone ai medici il rispetto delle 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore e di non superare le 48 ore lavorative settimanali. Standard di lavoro “europei”, per fare fronte ai quali, però, occorrerebbero nuove assunzioni. Che al momento non ci sono.

“Dovremo procedere al rispetto delle norme sui turni, dare disposizioni congrue per adeguarci e ci concentreremo sulle emergenze-urgenze, che in ogni caso, quelle sì, saranno garantite”, spiega Vito Gigante, direttore amministrativo di via Miglietta.

Si fa quel che si può con ciò che si ha in casa: le ripercussioni più importanti riguardano il lavoro degli anestesisti, che si è retto molto spesso finora sui turni aggiuntivi, ora non più possibili. È nelle cose che, non potendo più essere assicurati come prima, potrebbero avere come conseguenza diretta quella di una riduzione dell’attività delle sale operatorie.

L’altra macroscopica difficoltà si avrà nei reparti a maggiore dispersione, Pediatrie e Ostetricie in primis. Ora c’è la necessità di dover rimodulare nell’immediato i turni, ma metter mano a queste unità operative significherà riformarle nel complesso. “Sono reparti che ora, a maggior ragione, necessitano di essere accorpati – spiega Gigante – e la rete dev’essere in grado di dare risposte al Dm 70 del 2015”, vale a dire quella sugli standard ospedalieri. Si procederà a nuove assunzioni? Alcune, a tempo determinato, sono già state fatte, ma senza il quadro complessivo e completo che deriverà dal futuro Piano di riordino ospedaliero sarà difficile procedere subito in questo senso.  

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