LECCE- In principio fu il PDL (ex azzurri ed ex Forza Italia) sotto lo stesso tetto, con accanto le civiche a sostegno della ricandidatura a sindaco di Paolo Perrone nel 2012. Oggi sembra trascorsa un’era geologica: il Popolo della Libertà si è polverizzato, dalle ricadute territoriali della scissione di Alfano, allo strappo pro Renzi di Verdini, passando per il regolamento di conti Fitto-Berlusconi.
E a Palazzo Carafa, come in tutte le assemblee locali in cui governa il centrodestra che fu, la geografia della maggioranza è in divenire. Con la creazione dei gruppi di Forza Italia e dei Conservatori e Riformisti, con le civiche fittiane ancora in piedi (per continuare a puntellare con più assessorati la giunta che a maggioranza si riconosce nell’ex ministro degli affari regionali), si attende l’eventuale rimodulazione dell’esecutivo anche in forza delle rivendicazioni di agibilità politica degli azzurri.
Il clima resta teso e i berlusconiani si attestano sulla linea di appoggio esterno alla giunta, col caso dell’adesione agli azzuri dell’ultim’ora da parte dell’assessore alle attività produttive Luciano Battista. Da sempre vicino all’ex sindaco Adriana Poli Bortone, oggi in Forza Italia, l’esponente dell’esecutivo ha sostenuto alle regionali il fittiano Congedo, e c’è chi è convinto che la manovra sia stata diretta proprio da Perrone per non cambiare gli equilibri di giunta, trovandosi già “in pancia” – in questo modo – un berlusconiano, formale o sostanziale che sia.
Ma gli azzurri frenano su Battista espressione ufficiale di Forza Italia in Giunta. “Massima apertura all’esponente politico – sottolineano – ma se Forza Italia decide di non entrare nell’esecutivo, l’assessore alle attività produttive non può compiere questa scelta. Urge un incontro – evidenziano i vertici berlusconiani –. Se Battista tenesse il punto sarebbe un “caso politico” e ogni esito sarebbe possibile.
Dai corridoi fittiani, intanto, si pone l’accento sulle divisioni dei forzisti rispetto alla ferma volontà di alcuni rappresentanti del gruppo di entrare in giunta e di non marcare la distanza da Perrone; e si rassicura sul rientro di tutte le questioni interne aperte con i malpancisti, Cairo su tutti, con i quali il sindaco avrebbe avuto un chiarimento pieno. Resta il nodo politico della compattezza degli azzurri rispetto al no dell’approdo in giunta, con la rimodulazione della squadra di governo che potrebbe vedere l’ingresso di Damiano D’Autilia.