Cronaca

Xylella, via 3mila ulivi. Sì agli indennizzi ma solo se non ci si oppone all’eradicazione

BARI-Gli ulivi da espiantare sono 3000. 2000 nella Provincia di Brindisi e 1000 nella zona di contenimento dei 20 chilometri a Nord della provincia di Lecce. L’abbattimento riguarda piante sicuramente infette ma nella provincia di Brindisi anche di quelle che si trovano nel raggio di 100 metri dalla pianta malata.

Gli indennizzi, al netto delle spese che bisognerà sostenere per l’abbattimento, andranno da 98 a 146 euro a seconda della produttività della pianta, ma saranno corrisposti solo a chi accetterà le misure imposte dal nuovo Piano Silletti, presentato a Bari dal commissario straordinario per l’emergenza Xylella Giuseppe Silletti, dal Capodipartimento del Ministero Politiche Agricole Giuseppe Blasi, dal dirigente dell’assessorato all’agricoltura Giuseppe Papa Pagliardini e dalla prefetta di Bari. 

Chi si opporrà subirà ugualmente l’espianto dei propri ulivi ma non riceverà nemmeno un euro. Ogni abbattimento che può essere effettuato in proprio o chiedendo al commissario di farlo, deve essere preceduto da un intervento insetticida: irrorando la pianta malata ammazzeremo il vettore.

Si espianta, tra l’altro, indipendentemente dalla raccolta delle olive ancora da effettuare. Chi potrà, lo farà prima, altrimenti il raccolto sarà perso. Se il numero complessivo di alberi da abbattere dovesse superare i 15 mila euro, scatterà l’indennizzo previsto dal fondo di solidarietà nazionale stanziato appositamente. Quest’ultimo tipo di aiuto, però, si riferisce solo alle imprese agricole che possono chiedere un risarcimento pari al 30% della produzione lorda vendibile stimata nell’arco di 20 anni.

“Non avrei voluto abbattere gli alberi – ha spiegato il commissario Silletti – ma il Piano è frutto dell’applicazione di norme comunitarie e nazionali”. Di qui l’appello ad agricoltori e sindaci a collaborare nonostante le misure siano molto più dure della prima fase.

Continuano intanto ad essere rinvenuti nuovi focolai, gli ultimi a Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Cellino San Marco. Sul campo ci saranno 75 uomini del corpo forestale che, insieme a 100 esperti, aiuteranno gli ispettori fitosanitari a individuare altre piante infette. A settembre le analisi hanno riguardato 40mila ulivi, 16mila in più rispetto a luglio. Sul “divieto di reimpianto degli ulivi che tuttora permane assieme al blocco di esportazione della vita – hanno spiegato – si sta negoziando con l’Unione europea

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