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La Ico Tito Schipa da sola non ce la fa più: Gabellone scrive a Emiliano

LECCE- Il tempo sta per scadere: se non si troveranno subito i fondi per mantenerla in vita, torna il rischio che l’orchestra Ico Tito Shipa possa scomparire. Vittima sacrificale della spending review. E mentre in Regione la sesta commissione consiliare (cultura) rivendica le risorse (così come pure per le compagnie teatrali Astragali e Treansadriatica di Lecce e Terrammare di Nardò), il presidente della Provincia di Lecce scrive a quello della Regione Puglia.
Perché non è solo un problema di cultura, ma anche di occupazione. Gli orchestrali a rischio sono 54. Con la mancata assegnazione delle risorse del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) per il triennio 2015/2017 la Ico, gestita dall’omonima fondazione, rischierebbe di perdere i quasi 500.000 euro annui su cui prima contava.

Ecco perché serve l’intervento della Regione. Bisogna completare 5 mesi minimi di produzione per non rinunciare definitivamente a questo importo, che ammonta di preciso a 497.600 euro. A fine luglio c’era stato un raggio di sole nella vicenda: dopo un incontro tenuto a Bari tra Gabellone, Emiliano ed i sindacati, la nuova stagione artistica è potuta partire. La Regione assunse infatti “l’impegno politico di individuare eventuali risorse da destinare alla fondazione, condizionandone l’accreditamento all’effettivo avvio delle attività artistiche in programmazione” scrive Gabellone. E così è stato: si è riusciti ad avviare l’attività programmata dal primo agosto al 30 attembre.

“E’ purtroppo oggettivamente impossibile andare oltre -scrive nella lettera inviata per conoscenza anche agli assessori Liviano, Capone, Negro e Leo– se non con il promesso aiuto della Regione.  L’auspicio è di poter contare su un apporto finanziario che sia sufficiente per consentire il completamento dei 5 mesi minimi di produzione, onde non essere costretti a rinunciare in via definitiva al contributo del fondo unico dello spettacolo del Ministero dei beni e delle attività culturali per l’anno 2015 e per gli anni seguenti.  Diversamente, si decreterebbe probabilmente la fine dell’orchestra sinfonica della provincia di Lecce. Mi appello alla sua nota sensibilità -scrive a Emiliano- perché la regione intervenga tempestivamente, entro la fine del corrente mese, oltre che per l’erogazione del saldo del contributo regionale del 2014 (120.000 euro), anche e soprattutto per assicurare a questa fondazione le auspicate risorse per completare le attività artistiche nei termini, mantenere i livelli occupazionali e scongiurare la perdita di un autentico fiore all’occhiello per la cultura pugliese“.

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