Cronaca

I No Tap a Bruxelles, il Sindaco Potì consegna un documento Juncker per segnalare le criticità

BRUXELLES- Mentre Renzi si vanta di aver sbloccato il gasdotto tap, “perché è stata risolta una barzelletta europea – a suo dire – in quanto il tubo arrivava ma non si sapeva dove portarlo”, il sindaco del Comune di Melendugno continua la sua battaglia. “La democrazia non è una barzelletta – tuona Marco Potì – Ho spiegato alla commissione europea che il governo italiano ha deciso di non applicare la normativa Seveso sugli impianti pericolosi, pur essendo una normativa europea”.

Il primo cittadino torna sull’annosa questione dell’applicazione di un protocollo che il Ministero ha giudicato non applicabile al gasdotto Tap. Anche i No tap hanno raggiunto il Belgio per partecipare all’incontro pubblico intitolato “Corridoio Sud del Gas: sicurezza energetica, democrazia e diritti umani dall’Italia all’Azerbaigian”: per l’occasione si sono fatti accompagnare da un giornalista azero, che ha spiegato come in quella nazione manchi l’informazione libera e il diritto di esprimere il proprio pensiero. L’appuntamento è stato organizzato dalla rete CounterBalance per parlare di diritti umani e libertà civili e, insieme, dei nuovi investimenti nel settore del gas e del Piano Juncker. Marco Potì ha esposto tutte le criticità in un documento consegnato alle autorità e alle istituzioni presenti: per il sindaco è un progetto incompleto e poco funzionale, perché arriva a Melendugno ma da Melendugno a Mesagne non c’è il progetto. Inoltre, la popolazione non lo vuole.

Al Presidente della Commissione europea chiedo di tornare indietro rispetto a questi investimenti che non sono nell’interesse del cittadino”- ha concluso il sindaco. Il progetto Tap prevede un investimento di 40 miliardi: la condotta partirà dall’Azerbaijan, attraverserà la Grecia e l’Albania e approderà a San Foca. Una volta emersa dal mare la condotta sarà interrata per 8,2 chilometri fino al terminale della capacità di 10 miliardi di metri cubi l’anno che si collegherà alla rete Snam. Il 29 aprile scorso è arrivata l’autorizzazione del Consiglio dei Ministri, ma si sapeva già che Renzi avrebbe fatto questa scelta. Il sindaco continuerà la sua battaglia impugnando il decreto governativo in sede amministrativa e forse anche penale: ormai sembra esserci ben poco da fare.

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