LECCE-La Procura di Lecce scrive alla Regione Puglia e chiede che si faccia carico della bonifica delle discariche interrate lungo il nuovo tracciato della 275. Senza quel passaggio, come più volte hanno ribadito gli inquirenti, non ci sarà dissequestro. E questo potrebbe essere un impedimento per il futuro cantiere. Anas dovrebbe decidere a giorni a chi affidare il mega appalto, sciogliendo il nodo se lasciare in piedi il contratto con Ccc o se assegnarlo a Matarrese.
Ma quello delle discariche è un nodo da togliere, come ha ricordato anche il procuratore generale Giuseppe Vignola durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, in mattinata. Il pm Elsa Valeria Mignone, titolare a Lecce del fascicolo d’indagine relativo alla Maglie-Leuca, ha inviato nelle scorse settimane una comunicazione a Bari, chiedendo l’intervento di via Capruzzi. È l’unico modo per sbloccare la situazione. Si rischia, infatti, di impantanarsi: mentre a Patù le bonifiche dei rifiuti sepolti sono già state avviate sui terreni privati, ad Alessano e Tricase la situazione è più complessa.
Lì, nella scorsa primavera, la Tenenza di Maglie della Guardia di Finanza ha azionato le ruspe e portato a galla enormi quantitativi di rifiuti non solo solidi urbani ma anche speciali, scarti della lavorazione delle pelli e rifiuti ospedalieri. A chi spetta l’onere del risanamento ambientale? Le aree sono private, ma tra la fine degli anni ’80 e gli inizi degli anni ’90 vennero usate dai diversi Comuni. Per il principio del “chi inquina paga”, dovrebbero essere gli enti locali a bonificare, ma cosa? Quelle vecchie cave erano autorizzate con procedure eccezionali, ma dovevano accogliere solo la spazzatura delle civili abitazioni e invece lì ci è finito dell’altro.
Di soldi in cassa anche solo per i piani di caratterizzazione o per interventi di messa in sicurezza non ce ne sono. Ecco perché per uscire dalle sabbie mobili la Procura chiede l’intervento della Regione.
