ROMA- Mentre il ministro agli affari esteri Gentiloni fa sapere che, sul caso dei due marò, l’Italia “si riserva tutti i Passi necessari” ma che “non si tratta di rottura delle relazioni diplomatiche”, viene chiamato a rientrare in patria l’ambasciatore italiano in India Daniele Mancini per consultazioni. È quanto avviene il giorno dopo la pronuncia dei “no” della corte suprema indiana alle istanze dei due fucilieri del battaglione S. Marco Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, detenuti per l’omicidio in mare di due pescatori, scambiati -secondo la versione sempre data dai militari- per pirati.
Il tarantino Latorre, colpito da ischemia, si trova in convalescenza in Italia ma dovrà rientrare a Nuova Delhi: nessuna proroga. Questo è il primo rifiuto del presidente della Corte Suprema Dattu. Al barese Girone è stato invece negato il rientro a casa per Natale ed i successivi tre mesi. A febbraio saranno trascorsi tre anni dall’omicidio e i marò sono ancora in attesa di conoscere il proprio destino.
Il presidente del consiglio Renzi ha garantito l’impegno di parlarne in commissione; la Lega ha chiesto un blitz delle forze speciali a Nuova Delhi, per riprendersi con la forza i due fucilieri; l’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Federica Mogherini si è detta delusa dalla decisione della corte suprema che «può incidere sulle relazioni Ue-India e sulla lotta globale contro la pirateria in cui l’Ue è fortemente impegnata» . Per il ministro della Difesa Roberta Pinotti «Massimiliano Latorre si deve curare qui in Italia, ce lo stanno dicendo i medici -ha detto- e non vedo quindi come possa tornare in India. Noi non ci muoviamo da questa posizione».