Cronaca

Procedura d’infrazione Ue per le discariche, ma nel Salento nessuna bonifica

SUPERSANO-I 40 milioni di euro di multa che la Corte di giustizia europea ha inflitto tre giorni fa all’Italia in materia di gestione dei rifiuti hanno a che fare anche con il Salento, che per le bonifiche delle vecchie discariche dovrà ancora aspettare. Non ci sono soldi. Le priorità sono altre. A decretarlo è il Bollettino ufficiale della Regione Puglia.
Nella procedura di infrazione comunitaria aperta nel 2003 e che ha portato alla maximulta, infatti, tra i 198 siti illegali risultano anche quelli di Masseria Macrì a Supersano e della vecchia discarica tal quale di San Pietro Vernotico.

Per entrambi, però, a novembre è stato stabilito che non ci sono risorse per procedere alla bonifica, ciò che si attendeva da tempo, almeno da quando, nel 2001 il Corpo Forestale dello Stato ha effettuato il censimento. Il 9 luglio 2009, su impulso del Ministero dell’Ambiente, la Regione Puglia ha convocato un Tavolo tecnico con le amministrazioni provinciali, la Guardia di Finanza, il Corpo Forestale dello Stato, i Carabinieri ‐ NOE, l’ARPA Puglia e il CNR‐IRSA: solo uno dei 60 siti individuati era stato bonificato. Di questi, 51 sono luoghi oggetto di abbandono, mentre 8 sono relativi a discariche non controllate, per le quali si rende necessario intervenire con attività di Bonifica/Messa in sicurezza permanente.

Cosa è stato fatto? Purtroppo poco. Di certo, non sono bastati i 17.998.998,48 euro messi a disposizione nel 2009 (di questi, 1.130.000 euro per la provincia di Lecce e 3.370.000euro per quella di Brindisi, il resto per Bari e Foggia), proprio al fine di scongiurare la condanna definitiva da parte della Commissione Europea.

Anzi, Supersano e San Pietro Vernotico, nonostante la situazione critica certificata da anni, non hanno spazio nell’elenco delle priorità, poiché gli interventi per cui c’è copertura sono solo sei, per complessivi 9.398.000 euro, e tutti fuori dal Salento, che, appunto, dovrà attendere “il reperimento delle risorse”.

Eppure, si tratta di 50mila mq tra le masserie Macrì, Mendola e Padula, a Supersano, sito differente, è bene ricordarlo, rispetto a quelli in cui sarebbero stati interrati scarti industriali, stando alle dichiarazioni del pentito Scu Silvano Galati. Su questi, dopo i sorvoli della Guardia di Finanza effettuati in primavera, non è stato fatto alcun passo in avanti. Sulla vecchia discarica, però, attiva tra il 1985 e il 1990 per lo stoccaggio provvisorio di rsu, i dati certi ci sono, eccome. Il piano di caratterizzazione del 2013 ha svelato che i valori degli inquinanti superano di 35 volte il limite consentito, con sforamenti importanti di berillio, arsenico, zinco, stagno, piombo e metilfenolo. La fortuna è che sono tutti concentrati entro i due metri di profondità e la falda è preservata.

A San Pietro Vernotico, invece, si aspetta e spera la messa in sicurezza permanente di 15mila mq della vecchia discarica comunale in funzione tra gli anni ’50 e ’60 e in cui sono stati smaltiti rifiuti non pericolosi.

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