LECCE- “Rischiamo di non avere più la possibilità di aiutare i più poveri”. l’appello, allarmante, arriva dal direttore della Caritas di Lecce, don Attilio Mesagne, che si rivolge alla generosità della gente comune, degli imprenditori salentini, dei proprietari dei supermercati: se le scorte finiscono, non ci saranno più pasti caldi per i bisognosi, nè pacchi viveri a domicilio.
Arrivano anche a Lecce gli effetti dello stop agli 80 milioni di euro che, fino al primo gennaio 2014, venivano erogati dall’Unione Europea. Da allora ogni Stato deve pensare a sè, da solo. 30 milioni erano stati stanziati dal governo italiano per il sostegno alle fasce più disagiate della popolazione. Stanziati sì, ma poi bloccati per effetto della legge di stabilità. Ecco perché ora bisogna far leva sulla generosità della gente per la gente. A Lecce le persone che ne hanno bisogno sono sempre di più.
“Se non intervengono persone generose o imprenditori salentini caritatevoli che gestiscono ipermercati,supermercati negozi di generi alimentari disponibili a darci prodotti in giacenza o prossimi alla scadenza,ci potrebbe essere il rischio –dice don Attilio– che esaurite le nostre scorte,non potremo piu’ servire pasti caldi ai poveri delle nostre mense,consegnare pacchi viveri alla numerose famiglie leccesi e non essere piu’ nella possibilita’ di erogare contributi economici,per pagare utenze varie a quelle persone disoccupate (e sono sempre di più) che ne fanno richiesta”.