LECCE- La combine fu tentata ma non andò in porto e la gara fu regolare. Questo disse, il 25 gennaio scorso, il Tnas -Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport-, questa fu la sentenza sulla presunta combine sul derby Bari-Lecce del 15 maggio 2011.
Per questo fu annullata l’ammenda di 30mila euro e, nei confronti dell’allora presidente dell’unione sportiva lecce Pierandrea Semeraro, fu ridotta da cinque a quattro anni l’inibizione a svolgere attività o ricoprire ruoli all’interno della Figc. Ma il processo penale è tutt’altra cosa e, all’indomani della richiesta di condanna da parte del pm di Bari Ciro Angelillis, che ha invocato due anni sia per Pierandrea Semeraro che che per l’imprenditore leccese Carlo Quarta, entrambi imputati per frode sportiva, abbiamo chiesto ad un esperto -l’avvocato Saverio Sticchi Damiani, che si è occupato del processo davanti al Tnas- se il giudizio nell’ambito del processo puramente sportivo possa influire o meno su quello penale.
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