Cronaca

Trivelle rischio reale: da due ministeri arrivò l’ok al largo di Otranto

OTRANTO- Il rischio trivelle nel mare salentino è più che fondato. Anzi, spulciando la documentazione relativa alle istanze presentate in passato, emerge che da ben due Ministeri, all’Ambiente e ai Beni Culturali, appena due anni fa, venne concesso il via libera alla richiesta di cercare idrocarburi a largo di Otranto presentata dalla britannica Northern Petroleum. 

La valutazione di impatto ambientale, il 9 gennaio scorso, è stata negata poi dal Ministero dello Sviluppo economico, ma solo per ragioni squisitamente finanziarie, attinenti alle non garanzie economiche fornite dalla società. Che, tuttavia, come si diceva, aveva già incassato i pareri favorevoli con prescrizioni per poter effettuare la ricerca sismica mediante tecnica di air gun, vale a dire attraverso gli spari di aria compressa da cui ricavare informazioni sulla composizione del fondale, una metodologia discussa proprio per i rischi all’ambiente e alla fauna marina.

È il dettaglio che fa la differenza ora che l’incubo petrolio si è riaffacciato sulle coste salentine, poco più a sud, al largo di Leuca, con tre istanze di permessi avanzate dall’americana Global Med per complessivi 2.207 chilometri quadrati interessati, ad appena 25 chilometri da Punta Ristola. Per due di queste richieste, il Mise ha avviato l’istruttoria lo scorso 30 ottobre e si ha tempo fino al 21 dicembre perché cittadini, enti e i 19 Comuni rivieraschi del Capo di Leuca presentino le proprie osservazioni. Sul terzo specchio acqueo, invece, è in corso una contesa tra chi deve aggiudicarselo, se la Global Med o il tandem Petroceltic Italia-Edison. Ciò che è certo è che alla luce di quanto viene fuori adesso il rischio di una concessione a cercare oro nero si fa ancora più concreto, più serio, più tangibile.

La Northern Petroleum, infatti, aveva ottenuto il doppio ok per lo studio geologico attraverso l’acquisizione di centinaia di km di dati sismici su 628 km2 nella zona F, vale a dire nell’Adriatico meridionale. Interessati erano i Comuni di Uggiano la Chiesa, Melendugno, Giurdignano, Otranto (d71F.R.-N.P..). A concedere il parere positivo con prescrizioni, dunque, la Commissione tecnica di verifica di impatto ambientale e il Ministero dei Beni Culturali, per i quali, dunque, non ci sarebbe stato alcun rischio per il mare salentino.

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