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Lecce 2019, magro bottino: un salentino al timone avrebbe potuto fare meglio?

LECCE- Lecce non sarà griffata Capitale Europea della Cultura: serve un capro espiatorio sul quale addossare tutte le responsabilità? No, serve capire, con approccio costruttivo, ma occorre anche fare le debite valutazioni su chi ha portato Lecce a ricevere ben pochi voti dai 13 commissari che hanno incoronato Matera.
Bottino magro in termini di consensi della giuria e ufficialmente 0 denari, perché a oggi non è possibile capire – pur avendo tentato in ogni modo di reperire un dato realistico – le cifre di cui Lecce ha beneficiato per l’operazione 2019. Non bisogna buttare la croce addosso al direttore artistico della candidatura, Airan Berg, e non bisogna commettere l’errore di esprimere giudizi trancianti col senno di poi, ma senza polemica, qualche domanda si impone.

Il percorso che conduce il timoniere israeliano alla guida di Lecce 2019 si incrocia con quello di ArtLab, articolata rassegna sul management culturale promossa da Fondazione Fitzcarraldo del torinese Ugo Bacchella. ArtLab nasce nel capoluogo piemontese nel 2006 e 5 anni più tardi si sposta proprio a Lecce. Come? Approdando in Puglia, Bacchella conosce l’assessore regionale Silvia Godelli e pensa che Lecce sia la culla ideale per far mettere radici a una rassegna che valorizzi il management culturale. E’ quando si inizia a valutare che la competizione per diventare capitale europea della cultura potesse rappresentare per il capoluogo Barocco una ghiotta occasione per mettere in vetrina – a livello continentale – le risorse del territorio, che Bacchella suggerisce all’amministrazione comunale, il nome del professionista israeliano, punta di diamante del suo curriculum , la direzione della sezione performing art di Linz, città austriaca Capitale Europea della Cultura nel 2009

Berg nasce a Tel Aviv, ha maturato la prima esperienza teatrale a Broadway (New York, e in Austria, ha guidato numerose realtà teatrali tra cui il Burgtheater di Vienna; è stato direttore del Schillertheater a Berlino e il co-fondatore di un festival internazionale di teatro di figura.  Curriculum di tutto rispetto si direbbe, e di ampio respiro internazionale. Ma ieri perché Lecce ha raccolto così pochi voti?

Perché un professionista pugliese o salentino di talento non sono stati ritenuti all’altezza di rappresentare a dovere lo spirito della candidatura? Il quesito non si pone affatto per ragioni di campanile, ma se la commissione internazionale boccia il programma cesellato da un professionista internazionale, la riflessione è doverosa

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