LECCE- Il decreto attuativo, che si attendeva da tempo, non scioglie il nodo del trasferimento delle funzioni dalle province a comuni e regioni. Secondo la legge avrebbe dovuto essere indicato in maniera puntuale, ma questo accordo non chiarisce né definisce i trasferimenti: demanda ad alcuni processi, criteri e consultazioni la decisione. Per ora, dunque, alla luce del decreto attuativo, tutto sembra rimanere nelle mani della Provincia.
Sul sito dell’Upi è comparsa una dichiarazione del presidente, Alessandro Pastacci, che esprime più di qualche perplessità: “Noi avremmo voluto che i contenuti dell’accordo e del decreto fossero ancora più strutturati. Da oggi inizierà una fase di consultazione e di decisione nelle Regioni, che speriamo davvero possa chiudersi entro l’anno con la definizione di un quadro chiaro di chi fa che cosa, funzioni ripartite tra Comuni e Province, senza la creazioni di enti e agenzie regionali che non avrebbero alcun senso”.
“E’ quasi un nulla di fatto, secondo il professore Pierluigi Portaluri- d’altro canto era abbastanza illusorio pensare che un processo di riordino cosi complesso potesse essere portato a compimento in pochissimi mesi. L’accordo di oggi, pur occupando ben 11 facciate, non stabilisce in modo puntuale, come invece vorrebbe la legge Del Rio chi fa che cosa, ma indica criteri di massima per identificare in futuro i soggetti (Stato, Regioni e comuni) che potranno svolgere le funzioni che la stessa legge del rio ha sottratto alle province”.