Politica

Emiliano lancia bordate a sinistra e sfiducia Vendola

LECCE- Il più delle volte non risparmia frecciate, in altre invece gli spetta il compito di far da paciere. Il rapporto tra Michele Emiliano e Nichi Vendola è un’altalena e oggi torna ad esserlo. Perché l’ammissione di aver stretto il patto con i Socialisti di Signorile per scipparli a Sinistra Ecologia e Libertà, è solo un leggero antipasto. Emiliano va dritto al punto e non risparmia critiche, anche aspre, al governo uscente.

A cominciare dalla politica che ha rallentato – dice – lo sviluppo infrastrutturale della Puglia. Porti, ferrovie, strade, aeroporti mai decollati, concepiti in modo del tutto slegato così da impedire uno sviluppo globale della regione e oltretutto, e questa è la critica ancor più dura, accompagnati da gasdotti e grande industria bloccati alla paura del dissenso. “Noi sull’Ilva, sulla Tap, sul modo di affrontare il disinquinamento e sul modo di affrontare i grandi problemi dello sviluppo economico, in questi anni abbiamo avuto paura de dissenso quotidiano, immediato, e abbiamo smesso di programmare e di decidere per il futuro”.

Scelte, tra l’altro, che per Emiliano sono state prese per 10 anni da un gruppo ristretto di persone. “Nella mia Regione – affonda l’ex sindaco di Bari – dirò addio ai vertici di maggioranza. Si decide con partiti, associazioni, cittadini, sindacati. Non credo che tutto, in un regione grande di 4 milioni e mezzo di abitanti, possa essere deciso tra qualche consigliere e la giunta regionale”.

L’ultimo, rifermento è ai recenti screzi con il diretto competitor Guglielmo Minervini. Tutto risolto – assicura il democratico – nell’ultima assemblea Minervini doveva presenziare ad una processione, “poi però si è innervosito, è andato via, e speriamo la prossima volta di riuscire a tenerlo calmo fino alla fine dell’assemblea in modo da poterlo finalmente candidare”.

Anche perché candidare Minervini fuori dal Partito significherebbe, per Emiliano, correre il rischio di irrobustire i suoi avversari dirottando su di essi chi non condividerebbe la sua linea.

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