TARANTO- Avrebbe sbagliato la diagnosi sul malore accusato da un paziente, formulando l’ipotesi di una crisi d’ansia nel pieno di un infarto in corso. L’uomo, alcune ore dopo, era entrato in coma. Nonostante i tentativi di rianimazione, praticati dal personale del 118, era deceduto. L’episodio, in un paese del versante orientale della provincia, avvenne nel marzo 2009.
Per il medico, un sanitario in servizio in una guardia medica di periferia, è scattata la condanna per omicidio colposo. Il tribunale in composizione monocratica (giudice dottoressa Paola Rosalia Incalza) lo ha condannato a sei mesi di reclusione, concedendo al professionista i benefici di legge. Il medico è stato però condannato dal tribunale anche al pagamento di una provvisionale: quasi cinquecentomila euro con cui dovrà risarcire sia la moglie della vittima, un operaio di 39 anni, che i due figli in tenera età.