CANNOLE- Partono i lavori per blindare dagli incendi masseria Torcito, a Cannole. Erano stati intimati alla ditta Intini, che si è aggiudicato l’appalto ma poi è finita sotto inchiesta. Nelle scorse ore, sotto il controllo della Forestale, sono state realizzate le prime fasce parafuoco. Il rischio di esporre la pineta, al momento inutilizzata, al pericolo roghi era troppo alto. È il primo intervento che si prova a realizzare sull’area, ma è cosa ben diversa rispetto al piano di ripristino dei luoghi già accordato 7 mesi fa ma ancora in alto mare.
Dopo i sigilli del gennaio 2013, infatti, tutto è rimasto com’era, nonostante il 10 gennaio scorso la Intini Source abbia ricevuto l’ok al piano che mira alla ricostruzione dell’assetto morfologico e del reimpianto del verde. Parola d’ordine doveva essere riportare i luoghi a quello che erano prima dello sbancamento della collina e alla realizzazione delle prime piste ciclopedonali in presunta difformità rispetto a quanto previsto nel progetto e autorizzato dagli enti.
Le prescrizioni della Forestale e della Soprintendenza, in particolare, hanno riguardato le essenze arboree, che devono essere identiche a quelle sradicate, e la ricucitura dell’assetto geomorfologico nella zona della collinetta. Per il momento, rimane tutto sulla carta e salta di nuovo, per il secondo anno, la stagione estiva a Masseria Torcito, per anni punto di riferimento per concerti ed eventi.
Nel frattempo, va avanti il procedimento penale in corso. Dovranno difendersi dalle accuse di tentata truffa, falsità materiale e ideologica, lottizzazione abusiva e danneggiamento, oltre che per deturpamento di bellezze naturali, i 4 indagati: il progettista dei lavori Angelo Dongiovanni, il dirigente della provincia Rocco Merico, responsabile unico del progetto, Sergio Donadonibus, liquidatore della ‘Intini Source srl’ e l’ingegnere Giuseppe Botta, direttore dei lavori.