BRINDISI- Il rito scelto dai pm per il processo sulle gare truccate alla Asl di Brindisi non è costituzionale. È una questione sollevata dai legali dei 12 imputati. La scelta di saltare l’udienza preliminare del processo è un dettaglio che potrebbe giungere dinanzi alla Corte costituzionale.
Un dettaglio, o meglio, una contestazione, sollevata dagli avvocati Ladislao Massari e Giuseppe Fornari su quella che è una questione di legittimità costituzionale che riguarda il rito, ossia il giudizio immediato custodia chiesto dai pm Nicolangelo Ghizzardi Giuseppe De Nozza e disposto dal gip Valerio Fracassi per tutti e 12 gli imputati nel giudizio la cui prima udienza è stata celebrata solo dopo due rinvii.
Gli imputati sono: Vincenzo Corso (per il quale è stato chiesto il rito abbreviato), Cosimo Bagnato, Roberto Braga, Antonio Camassa, Antonio Ferrari, Mauro De Feudis, Vittorio Marra, Francesco Perrino, Cesarino Perrone, Emilio Piliego, Adolfo Rizzo e Giuseppe Rossetti.
I loro difensori, ciascuno riguardo ai propri assistiti, hanno fatto notare al pm alcune eccezioni: dalla data che segna la costituzione dell’associazione per delinquere , ancora poco chiara per alcuni difensori, fino a una eccezione di nullità del capo di imputazione, che ha aperto un dibattito sul ruolo degli imprenditori (in associazione o in concorso) nelle principali inchieste sulla pubblica amministrazione. Insomma diversi sono stati i passaggi tecnici discussi davanti al pm de nozza e tanti sono i nodi da sbrogliare. Resta quello dell inconstituzionalità sul rito. Sarà la Corte costituzionale a dichiarare legittima o meno la scelta dei pm.