Prima le minacce di morte all’Assessore regionale Fabiano Amati, poi il danneggiamento dell’auto del Sindaco di Fasano, Lello Di Bari. Gli amministratori locali diventano il bersaglio di una mano sconsiderata che agisce con gesti eclatanti.
Gesti che creano un certo allarme sociale, legati probabilmente al decadimento della politica.
Fabiano Amati, che sulla vicenda ha cercato di mantenere il massimo riserbo, ne parla su Facebook poche ore dopo la diffusione della notizia: “Avrei preferito la discrezione, scrive l’Assessore sulla sua bacheca, posso solo dire che, sulla serietĂ delle minacce, la Magistratura e la Polizia stanno indagando con molta professionalitĂ ed attenzione”.
Ma Amati fa di piĂą, spiega anche i motivi di queste minacce: “Il tutto si inserisce nel contesto delle mie ‘battaglie’ sull’acqua e sulla sua tutela, in tempi in cui il miglior governo delle crisi idriche e del disinquinamento si scontra con interessi ampiamente consolidati”.
Facile quindi pensare al dibattitto delle ultime settimane sui depuratori che ha avuto, tra l’altro, un grande risalto mediatico. In molti hanno manifestato solidarietĂ nei riguardi dell’Assessore, così come del Sindaco di Fasano giĂ vittima in passato di altre intimidazioni.
Nella mattinata di domenica, la Ferrari del primo cittadino è stata sfregiata con un oggetto appuntito. Appena due mesi fa, Di Bari aveva subito il furto della sua moto.
“Mi auguro che si tratti di una bravata – ha commentato con rammarico il Sindaco – continuerò a svolgere il mio lavoro con impegno senza alcun timore”.