LECCE- “Le istituzioni e l’amministrazione centrale prendano atto che l’organizzazione del carcere leccese non è idonea a garantire la sicurezza”. Sono le parole dure del segretario provinciale Osapp, Ruggiero Damato, aggredito nelle scorse ore, insieme ad altri otto colleghi, mentre cercava di bloccare una maxi-rissa scoppiata all’interno dell’istituto carcerario di Borgo san Nicola. E’ bastato un alterco tra baresi e leccesi, che avevano alzato il gomito, per far sfuggire di mano la situazione.
Secondo le testimonianze della polizia penitenziaria, baresi, leccesi e brindisini spesso si scontrano dietro le sbarre: si azzuffano per futili motivi di rivalità tra territori. Gli agenti hanno mantenuto i nervi saldi: poteva andare molto peggio se avessero reagito, invece se la sono cavata con una serie di contusioni e una giornata al pronto soccorso per farsi refertare vari ematomi e traumi al setto nasale.
“Siamo entrati, li abbiamo divisi mentre si picchiavano e abbiamo preso pugni in faccia” – hanno spiegato i nove poliziotti coinvolti. Nella stessa giornata qualcuno ha anche provato a impiccarsi: l’intervento della polizia ha scongiurato il peggio. La situazione ha rischiato più volte di sfuggire di mano, perché gli animi erano molto agitati: non è stata una Pasqua di pace a fratellanza a Borgo San Nicola.
Poco prima dell’accaduto, proprio all’esterno del carcere, si era tenuta una manifestazione pacifica organizzata da un gruppo di persone, per manifestare solidarietà ai detenuti denunciando il sovraffollamento e le condizioni igieniche della struttura. Il vero problema, secondo il segretario Osapp, però, è che le sezioni con 20-25 persone in più diventano difficili da gestire con il personale sottodimensionato.
“65 persone a cui è concesso anche di bere sono ingestibili, se si scontrano tra di loro” – chiosa Damato. Il sindacato nei prossimi giorni studierà forme di protesta per ottenere ascolto da parte dell’amministrazione centrale.
