CEGLIE – “Errare humanum est” e in genere si dovrebbero anche pagare le conseguenze…ma non a scapito degli altri. Questo, in sintesi, quanto emerso da una lunga vicenda giudiziaria che ha visto protagoniste due imprenditrici di Ceglie Messapica, madre e figlia, impegnate in un’attività di ristorazione, dal 1999 al 2000.
Ma adesso cerchiamo di capire cosa è successo. Stando a quanto pervenuto, le due donne, nel 2008, per la prima volta, sono state sottoposte a verifiche da parte dell’Agenzia delle Entrate, fino a ricevere in seguito avvisi di accertamento per irregolarità in materia di tributi con sanzioni per 10.000 euro e cartelle di Equitalia per recuperare gli importi.
Il motivo? Perchè nonostante le reiterate richieste, il commercialista al quale si erano rivolte, poi morto, non aveva mai consegnato loro la documentazione richiesta e depositata nel suo studio al momento del conferimento dell’incarico.
Da qui l’inizio della battaglia legale: la vicenda è stata segnalata prima al Tribunale di Brindisi e poi al ‘Garante del contribuente per la Regione Puglia’ che, dopo aver svolto accertamenti attraverso la Guardia di finanza, ha chiesto di annullare le sanzioni.
Risultato? Il 14 gennaio scorso la direzione provinciale di Brindisi dell’Agenzia delle Entrate ha emesso un provvedimento di sgravio; le somme pagate dovranno essere restituite alle due imprenditrici.