Cronaca

Evasione fiscale e lavoro nero, la piaga di Lecce e provincia

LECCE- Il Comando Provinciale di Lecce traccia il bilancio dei risultati conseguiti nel 2013 in ambito provinciale, a presidio della sicurezza economico-finanziaria del territorio. L’attività svolta a tutela delle Entrate si è sviluppata attraverso l’esecuzione di oltre 600 verifiche e controlli fiscali, che hanno consentito di proporre agli Uffici Finanziari il recupero a tassazione di basi imponibili ai fini delle Imposte Dirette per circa 378 milioni di euro e ai fini IVA per circa 30 milioni di euro.
In particolare, i Reparti operativi hanno concentrato l’attenzione sui fenomeni evasivi di maggiore pericolosità, attuati attraverso insidiosi comportamenti fraudolenti quali frodi carosello, emissione/utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, sottofatturazioni ecc., che continuano a porsi quali gravi fattori distorsivi del mercato.

Al riguardo va evidenziato, cosa molto importante, che nel decorso anno, ben 123 sono stati i contribuenti che hanno aderito ai verbali di constatazione redatti dalle Fiamme Gialle (+57% rispetto al 2012), procedendo al versamento diretto, nelle casse dell’Erario, delle imposte relative a circa 6,5 milioni di euro recuperati a tassazione ai fini delle II.DD., e di circa 1 milione di IVA, così riconoscendo, evidentemente, la fondatezza dei rilievi mossi.

Oltre 4.400 sono stati i controlli in materia di scontrini e ricevute fiscali, che hanno portato all’accertamento di oltre 2.500 irregolarità. Nel dettaglio, la percentuale media, a livello provinciale, delle mancate emissioni nel settore degli scontrini fiscali è stata pari al 55%.

Le infrazioni nel comparto delle ricevute fiscali, pari a 353 su 527 controlli, si sono attestate su una media provinciale nell’ordine del 67%.

Sono state inoltre effettuati oltre 360 controlli (cc.dd. “indici di capacità contributiva”) su beni mobili ed immobili (es. auto, imbarcazioni, abitazioni) espressivi di elevata disponibilità economica, utili ai fini del successivo riscontro con la “posizione fiscale” dichiarata dai proprietari.

Il contrasto all’economia sommersa ha portato all’individuazione di 117 evasori totali e 23 paratotali, nei confronti dei quali sono stati proposti all’Agenzia delle Entrate, per il recupero a tassazione, 318 milioni di euro di basi imponibili ai fini delle Imposte Dirette e 8 milioni di euro ai fini IVA. I soggetti denunciati all’Autorità Giudiziaria per reati fiscali, societari e fallimentari sono stati 162, di cui 2 in stato di arresto.

Per conferire ulteriore efficacia all’effettivo recupero delle imposte evase, sono state avanzate alla detta Agenzia 44 proposte di applicazione di misure cautelari amministrative, ex art. 22 D.lgs. 472/97, a garanzia di crediti erariali per un valore di circa 51 milioni di euro.

Per le stesse finalità, i Reparti del Corpo hanno avanzato all’Autorità Giudiziaria 28 proposte di “sequestro per equivalente”, per reati tributari, di beni per un valore complessivo pari ad oltre 3 milioni di euro, mentre sono stati 50 i provvedimenti di sequestro “per equivalente” eseguiti, anche a seguito di precedenti proposte, emessi dalla Autorità Giudiziaria, riguardanti beni e valori per un importo complessivo di circa 4 milioni di euro.

Il contrasto al lavoro nero ha portato all’individuazione di 463 lavoratori irregolari e/o “in nero, con conseguenti contestazioni a carico di 98 datori di lavoro.

Una citazione particolare merita il servizio di pubblica utilità “117”, che nel 2013 ha ricevuto 467 segnalazioni. Tra queste, si è confermato il significativo aumento delle segnalazioni non più anonime (oltre il 70% sul totale). Anche il livello “qualitativo” delle chiamate è stato superiore, in termini di dettagli riferiti: in materia di mancato rilascio dello scontrino o della ricevuta fiscale, di irregolarità in materia di disciplina dei prezzi, di tentativi di truffe commerciali, senza tralasciare le richieste di soccorso o di assistenza.

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