CronacaPolitica

Discarica amianto, Frasca e Siciliano: “Risi si dimetta, Gabellone chiarisca”

LECCE- “La maggior parte dei cittadini che hanno studiato il problema chiedono che vi siano discariche efficienti per raccogliere l’amianto che sta inquinando i nostri polmoni e le nostre vite…Le discariche che servono per raccogliere l’amianto vanno nella direzione dei cittadini”. Non sono andate giù queste parole del sindaco di Nardò, Marcello Risi. Non è andato giù il dito puntato anche contro la Provincia di Lecce, che per l’ampliamento della discarica d’amianto di Galatone era competente a rilasciare le autorizzazioni: “Mi diverte il buffo e grottesco tentativo di scaricare tutte le responsabilità su un funzionario della Provincia come se a Palazzo dei Celestini gli amministratori non contano un fico secco. Un siparietto comico”, dice Risi.
Apriti cielo. I consiglieri neretini Giovanni Siciliano e Mino Frasca non le mandano a dire. Carte alla mano, ripercorrono l’iter che ha portato a far lievitare la capacità della discarica per il bacino di raccolta amianto da 13.500mc a 72.363mc.

In breve, i fatti: dopo l’ok all’apertura dell’impianto, a pochi giorni dall’insediamento del consiglio provinciale dell’era Gabellone, nel 2009, agli inizi del 2010 arriva la richiesta di ampliamento. A fine maggio 2010, i consiglieri tengono una commissione consiliare per chiedere di bloccarlo. Poi, non se ne sa più nulla. Le conferenze di servizi vanno avanti, i Comuni di Galatone e Nardò rilasciano i pareri positivi, la Provincia, tramite il suo Settore ambiente, rilascia l’autorizzazione. Di chi è la responsabilità?

E’ questa la domanda che rimane sul tavolo e che trasforma l’iter burocratico relativo alla discarica della Rei in terreno di contesa politica.

“Ho chiesto scusa ai cittadini per aver messo su una coalizione a sostegno di Risi”, dice Giovanni Siciliano, uscito, per questa storia, dal gruppo di maggioranza a Palazzo Personè. Rincara la dose Frasca: “Risi sta cercando di camuffare le sue responsabilità, come il sindaco di Galatone Livio Nisi”. È stato chiesto un consiglio monotematico per questo, per discutere anche di una possibile revisione delle autorizzazioni, strada scivolosa e che, laddove percorribile, comporterebbe risarcimenti milionari. Ad ogni modo, nessuno dei due consiglieri contesta l’apertura, nel 2009, dell’impianto. Nel mirino c’è quella volumetria concordata poi e ritenuta eccessiva. Sulla quale, però, l’ultima parola è spettata sempre alla Provincia, di cui, almeno Frasca, è sempre esponente di maggioranza.

“Gabellone spieghi, faccia chiarezza”, conclude Frasca. Insomma, “esca allo scoperto, pure lui”.

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