TARANTO- Le spese per le analisi ed il campionamento all’interno dello stabilimento siderurgico tarantino, ma anche gli screening antitumorali per i cittadini, saranno addebitate all’ Ilva. A darne notizia Alessandro Bratti del Pd , relatore al decreto legge 136. tutte spese, quelle elencate, fino ad oggi a carico, per una parte dell azienda stesa e per l altradell’Arpa regionale. Ci sono circa 240 proposte dietro al decreto 136. e, oltre al costo delle analisi e dei campionamenti, si diceva, rientreranno nelle competenze economiche di Ilva, anche gli screening disposti per la popolazione residente a Taranto e Statte.
Gli screening verranno coordinati dall’Istituto superiore di sanità e resta confermata la dote finanziaria di 50 mln complessivi tra 2014 e 2015 per l’area di Taranto e per la Terra dei fuochi, di cui si disse parallemente alla questione ambientale tarantina. Nel decreto inoltre è stata confermata la parte riguardante l’aumento di capitale dell’Ilva a carico della proprietà Riva con l’obbligo però di finalizzarla al risanamento del siderurgico.
In pratica, il commissario dell’Ilva, Enrico Bondi, ha potere di aumentare il capitale della società avanzando ai proprietari la relativa proposta. In caso di rifiuto, il commissario – si legge nel decreto – potrà rivolgersi a investitori terzi ma anche chiedere ai giudici lo svincolo delle somme sequestrate ai Riva. Decreto a parte, un’altra novità che riguarda l’azienda siderurgica tarantina è l’accoglimento da parte del giudice della richiesta presentata da parte di un proprietario di un’abitazione che dista un chilometro dall’Ilva, e per questo svalutata sul mercato. Richiesta di un risarcimento. Il giudice ha stabilito che il siderurgico dovrà pagare al proprietario 13.800 euro, e cioè il 20% del valore della sua abitazione.
