SAN PIETRO VERNOTICO- Prima accumula una montagna di debiti, quindi porta la stessa società al fallimento costituendo, nel frattempo, una nuova impresa, sorretta da prestanome, per proseguire, tecnicamente “lindo” la sua attività commerciale. Per un danno al fisco di oltre un milione e mezzo di euro.
Finisce nuovamente ai domiciliari un imprenditore edile 62enne di San Pietro Vernotico, cui è stata notificata dai militari del nucleo tributario della guardia di finanza di Brindisi, un’ordinanza di custodia cautelare perché, questa la tesi accusatoria, bancarotta fraudolenta, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e omesso versamento di imposte e ritenute.
Le indagini sono cominciate nel novembre del 2012 quando le fiamme gialle, coordinate dal maggiore Giuseppe Maniglio, avrebbero accertato come il 62enne, amministratore di fatto della società fallita, ne avesse costituito un’altra grazia all’aiuto, e alle firme, di tre prestanome. In questa nuova società, inoltre, sarebbero confluiti anche alcuni beni del patrimonio societario di quella fallita. Tanto per iniziare col piede giusto la nuova attività.
Per questi fatti, l’indagato, a seguito dell’istanza presentata dai legali di fiducia, aveva comunque già ottenuto la libertà, . Nuovamente negata, ad quasi un anno dalla chiusura delle indagini, perché il pubblico ministero titolare delle indagini, considerato il pericolo di reiterazione del reato, ha impugnato la decisione del Gip e presentato ricorso al tribunale del riesame di Lecce. Respinto anche il ricorso in cassazione presentato dalla difesa dell’imprenditore. Risultato: domiciliari ripristinati, in attesa di processo.