TARANTO- “Vi chiediamo di proteggere i nostri mari” dalle trivellazioni petrolifere. L’appello dei cittadini dei comuni della fascia costiera ionica è rivolto ii parlamentari delle Commissioni Ambiente, al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e al Presidente del Consiglio Enrico Letta. I cittadini chiedono di “reintrodurre il precedente divieto alle trivellazioni all’interno delle 5 miglia dalla costa e sospendere tutte le autorizzazioni per la costruzione della piattaforma petrolifera nel Golfo di Taranto”. Numerose proteste, infatti, si sono levate contro la Transunion Petroleum, titolare del progetto, che nei mesi scorsi, ha avviato la procedura di valutazione di impatto ambientale sulla ricerca del petrolio nel mar Ionio. Basilicata, Puglia e Calabria le regioni coinvolte. Cosenza, Crotone, Lecce, Matera e Taranto le province più i comuni della fascia ionica fino a Crotone.
L’assessore all’Ambiente di Ginosa, Leonardo Galante, ha chiesto che “che tutte le richieste di trivellazione nei mari italiani debbano passare rigidi controlli di impatto ambientale basati sugli standard europei e internazionali”. La proposta sarà discussa nell’incontro previsto a breve a Roma in commissione ambiente. Intanto la protesta ha incassato l’appoggio del consigliere regionale Lospinuso e del presidente del consiglio regionale Introna.
“Il nostro mare ha dei tesori archeologici nascosti” ha detto l’assessore Galante e va difeso insieme ai cetacei che lo popolano e che sono a rischio proprio a causa delle conseguenze delle trivellazioni”. La Transunion Petroleum e anche il ministero, però, rassicurano chiarendo che in seguito alla Valutazione di impatto ambientale, che dà l’ok al progetto di ricerca, si effettueranno solo le ricerche attraverso il metodo “Air Gun”.