BRINDISI – A poche centinaia di metri dal centro. A pochi, pochissimi metri dalle abitazioni. Da una parte il carbone. Dall’altra, il verde i parchi recentemente rivalutati. Oppure no. Ma Brindisi ha una terza faccia della medaglia.Quella più nascosta. Quella che ci passi tutti i giorni sopra e non lo sai. Proprio non sai quello che c’è sotto.
Quartiere Sant’Elia. Uggiosa giornata di giugno. Il cielo suburbano piange sopra di noi che, mossi da una recente denuncia dell’ex consigliere comunale Enzo Albano, abbiamo raggiunto il quartiere Sant’Elia, nei pressi del ponte della statale, a ridosso del canale Patri.
E’ questo, è quello che abbiamo trovato. Essì, perchè nella nostra breve perlustrazione, abbiamo incrociato qualche auto che, alla vista della telecamera, ha preferito rifugiarsi in difficili e ardite inversioni di marcia.
Qui, c’è davvero di tutto. Rifiuti semplici e speciali. Spazzatura, in alcuni casi, vecchia di almeno qualche mese. Forse anche di più. E persino alcuni piccioni, appollaiati sul nudo cemento, sembrano voler esprimere il loro dissenso.
Nessun rispetto, neppure per i simboli. Nessun rispetto per l’ambiente. Installare una telecamera sotto il ponte. E’questa la proposta lanciata tempo fa da Enzo Albano come deterrente all’inciviltà di chi abbandona rifiuti.
La nostra telecamera, purtroppo, non potrà servire allo scopo. Ma solo a testimoniare il degrado di una zona, crocevia tra le solite polemiche e contraddizioni.