LECCE – “No al disastro sanitario in Puglia”. Così il Sindaco di Lecce Paolo Perrone, questa mattina a Bari, ha espresso la sua contrarietà sulla seconda fase del ‘Piano di rientro sanitario’. Nelle sue vesti di Presidente, Perrone ha ribadito che: “Il parere della Conferenza dei Sindaci della Asl di Lecce è decisamente negativo. Nel nostro territorio vengono chiusi 5 ospedali (Nardò, Gagliano, Poggiardo, Maglie, Campi Salentina) e ben 2 punti nascita (Casarano e Gallipoli)” – ha ricordato Perrone – Già a settembre del 2010, quando fu attuata la prima fase del Piano, contestammo il fatto che nelle scelte della Regione il Salento sarebbe stato penalizzato in modo inaccettabile.
A fronte della mannaia delle chiusure nella provincia di Lecce, non è stata programmata la riconversione degli ospedali chiusi; non è stato previsto il potenziamento dei presidi che restano aperti; non è stata pensata alcuna forma alternativa di assistenza.
Eppure negli ultimi cinque anni i pugliesi hanno pagato oltre un miliardo e 300 milioni di euro di tasse regionali aggiuntive. Incapace di avviare una riforma del sistema, a tutt’oggi, la Regione guidata da Vendola non è in grado di offrire certezze in merito agli ospedali chiusi, a quelli rimasti aperti e sull’attivazione dell’assistenza territoriale alternativa.
Che regione è questa? L’incapacità del governo pugliese sta facendo affondare un sistema di fondamentale importanza come quello sanitario, sotto gli occhi del Presidente Vendola, probabilmente distratto da altre questioni”.