CronacaEconomia

Inchiesta 275, rischio prescrizione su ipotesi di reato legate a progettazione

LECCE- Il rischio prescrizione incombe sull’inchiesta relativa alla statale 275, almeno per la parte riguardante le ipotesi di abuso d’ufficio e truffa aggravata, reati contestati nell’ambito dell’affidamento della progettazione. Ciò che potrebbe rimanere in piedi è solo il filone attinente al ritrovamento delle discariche interrate di rifiuti pericolosi lungo il futuro tracciato. E per queste potrebbero emergere responsabilità dei sindaci di Alessano e Tricase.
Ma andiamo con ordine. L’inchiesta sul raddoppio della Maglie-Leuca vede aperto un doppio fascicolo, uno a Roma e l’altro a Lecce.  Il primo è in mano al pm capitolino Alberto Galanti: sul registro degli indagati c’è il nome dell’ex presidente di Anas, Pietro Ciucci, accusato di abuso d’ufficio. Il nodo della questione è l’affidamento diretto, senza gara pubblica, della progettazione della nuova statale, passata dalla società ministeriale al Consorzio Sisri (oggi Asi) di Lecce e da questo alla ProSal. Il progetto preliminare, formalmente, è stato trasmesso al Ministero dei trasporti il 7 maggio 2003; per l’affidamento, invece, bisogna fare un passo indietro fino al 1994.

L’abuso d’ufficio, invece, è un reato che si prescrive in sei anni, che diventano quasi sempre sette e mezzo per via degli “atti interruttivi” che bloccano il decorrere della prescrizione. Da quando parte il conteggio? Lo ha chiarito la Corte di Cassazione (Sentenza 29 gennaio – 18 marzo 2015, n. 11394, Presidente Citterio – Relatore Mogini) : dal “momento della stipula dell’atto negoziale con cui la sfera del privato è ingiustamente accresciuta o, in mancanza di un atto negoziale, quello dell’affidamento dell’incarico o del servizio” . E si va di molto indietro.

Da Roma è ritornato a Lecce, poi, uno stralcio di quell’inchiesta: ha per oggetto il reato di truffa aggravata, che si sarebbe consumata nell’aver conteggiato alcune somme oltre Iva, mentre questa doveva essere inclusa. La Procura salentina aveva ritenuto che la competenza fosse romana. Da lì, però, la palla è tornata indietro e ora spetterà al pm Elsa Valeria Mignone decidere cosa fare. Con questa accusa, in concorso tra loro, sono indagati due alti funzionari di Anas Puglia, Giancinto Mazzucca e Claudio De Lorenzo, il commissario straordinario pro-tempore del Consorzio Sisri, Antonio Salvatore Sansò, e la legale rappresentante del Consorzio Prosal, Rosa Palma. Anche in questo caso, la prescrizione, che matura in sei anni, è al limite: il reato, stando a quanto sostenuto dall’accusa, sarebbe stato commesso a Lecce «fino al 15 aprile 2011», data dell’accredito alla Prosal «dell’ultima tranche pari a 2 milioni 319mila 930 euro».

Quello dei tempi è il motivo che aveva portato il gip all’archiviazione del primo esposto del Comitato No 275, perché i fatti erano “stati sottoposti al vaglio del giudice penale oltre quindici anni dopo”. Alla prescrizione, si sa, si può però rinunciare.

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